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“Promuovere e diffondere l’alto magistero del professore Salvatore Boscarino, ingegnere e professore ordinario di restauro nelle università di Venezia e poi Palermo, è un aspetto centrale dell’attività dell’Istituto italiano dei Castelli onlus e della Sezione Sicilia, così come anche il suo spirito d’impegno civile a favore del patrimonio urbanistico-territoriale, ai fini della sottrazione di un bene monumentale al pericolo dell’oblio. Il suo pensiero si riattualizza attraverso il Premio nazionale a lui intitolato, che consente a giovani tesisti delle università italiane di proseguire gli studi sul preziosissimo patrimonio castellano”. Lo ha spiegato la presidente della Sezione Sicilia dell’Istituto Italiano dei Castelli, Maria Vittoria D’Amico Santagati, che si è occupata del Premio ‘Boscarino’ sin dalla prima edizione, intervenendo, nella sede dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti all’Università di Messina, alla presentazione della mostra itinerante dedicata a Boscarino, che raccoglie i vincitori e le tesi di laurea realizzate tra il 1998 e il 2018.

L’esposizione e il catalogo sono stati curati dall’architetto Fulvia Caffo, componente del Consiglio scientifico nazionale dell’Istituto italiano dei Castelli, la quale ha ricordato nella sua relazione (‘Un viaggio attraverso le tesi sulle fortificazioni siciliane’), come “la Sicilia sia la quarta regione in Italia che conserva più fortificazioni. Dai dati dell’Atlante castellano, infatti, risultano censite oltre 700 fortificazioni”. L’architetto Caffo ha approfondito il tema della mostra e la struttura del catalogo: “Nelle undici edizioni del premio sono state esaminate 66 tesi di laurea di studenti di architettura, ingegneria, lettere; il volume le comprende tutte, insieme ai significativi contributi di alcuni relatori delle tesi. L’allestimento di Messina è articolato in due sezioni: i lavori che si sono occupati delle fortificazioni presenti nel messinese, e i primi premi di tutte le edizioni. Tratto distintivo che unisce le dissertazioni – afferma la curatrice – è il forte connubio del sistema castellano siciliano con il paesaggio naturale e antropizzato di riferimento. In particolare, la loro stretta caratterizzazione con i territori che, nel tempo, si sono sempre più identificati con le fortificazioni come fulcro delle comunità locali. Ogni tappa del viaggio e ogni bene studiato presenta un’approfondita indagine, analisi, ricerca storica, progetti in un caleidoscopio di soluzioni tecniche secondo, anche, le odierne acquisizioni del dibattito disciplinare sul restauro. La mostra raccoglie anche gli studi su alcuni castelli di proprietà privata, un altro aspetto che sta molto a cuore all’Istituto. Abbiamo apprezzato nel corso degli anni gli sforzi fatti da alcuni proprietari per tenere in vita i loro beni. C’è da dire – conclude Fulvia Caffo – che molte strutture private e pubbliche sono ancora abbandonate. Auspichiamo, che lo Stato possa contribuire con politiche di sostegno a ridare lustro e nuova vita a questo vasto e importante bene comune”.

Ad aprire i lavori, dopo i saluti del Rettore Salvatore Cuzzocrea, la presidente nazionale dell’Istituto dei Castelli Michaela Stagno d’Alcontres Marullo di Condojanni: “Questi appuntamenti – ha ricordato – sono organizzati all’interno della XXIV edizione delle ‘Giornate nazionali dei Castelli’, manifestazione che si svolge in tutta Italia ed è inserita anche nel ricco calendario delle ‘Giornate Europee del Patrimonio’ organizzate dal Consiglio d’Europa e patrocinate dal Ministero della Cultura, che supporta le Giornate dell’Istituto da diversi anni. Voglio ringraziare il rettore dell’ateneo messinese per la collaborazione e l’ospitalità data alla mostra. La sinergia con le università e, nello specifico, con i dipartimenti di Ingegneria e Architettura e gli ordini professionali sono fondamentali per rilanciare il Premio”, osserva la presidente nazionale ICC. È oltremodo importante – aggiunge Michaela Stagno d’Alcontres Marullo di Condojanni – ricordare il valore che i castelli hanno per i territori dove sono presenti, opere in grado di risvegliare e vivacizzare le energie e l’economa locale”.

Santo Giacomo Legrottaglie, delegato provinciale dell’Istituto italiano dei Castelli, ha ricordato i tanti progetti realizzati insieme all’Istituto e alla città, a cominciare dall’illuminazione del forte San Salvatore. “Restituire spazi storici alla conoscenza e fruibilità dei cittadini è importante e siamo impegnati su nuovi progetti”.

Il vicepresidente dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, Giovanni Cupaiuolo ha evidenziato il valore dell’azione culturale dell’Accademia a Messina, mai interrotta dalla sua fondazione e le attività che ogni anno organizza.

La seconda relazione della giornata è stata dell’architetto Fabio Todesco, docente ordinario di Restauro al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina, sull’ ‘Architettura castrale dell’Alto Medioevo nel Valdemone’. Lo studioso ha spiegato come si sono insediate ed evolute le strutture castellane in particolare nella zona del Valdemone, ipotizzando, attraverso lo studio di fonti illustrate dal docente, “i centri certi di epoca bizantina, i centri probabili e quelli desunti dalle fonti, ma che non sono stati precisamente localizzati” e i ‘collegamenti visivi’ tra più punti di diversi edifici dislocati nell’area, illustrati con l’ausilio di mappe sinottiche. Sull’aspetto del restauro, il professore Todesco ha precisato come le tendenze contemporanee non siano più quelle di “recuperare il bene e ricostruirne la forma”, perché il bello è relativo alla società che lo esprime, e quindi muta nel tempo, ma si preferisce coniugare “l’istanza estetica, con quella storica che, invece, non cambia”.

Sono intervenuti alla tavola rotonda: l’assessore comunale al Turismo e alla Cultura, Enzo Caruso; il vicepresidente provinciale dell’IIC, Biagio Ricciardi, la Soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Messina, Mariella Vinci; il direttore del Museo regionale di Messina, Orazio Micali; il presidente dell’Ordine degli Architetti, Pino Falzea; il presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Santi Trovato; il vicepresidente nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli, Domenico Zerbi; il presidente onorario della Sezione siciliana dell’IIC, Francesco Cultrera di Montesano. Ha moderato i lavori il giornalista Marcello Mento, collaboratore della ‘Gazzetta del Sud’.

La giornata è stata organizzata con il Patrocinio dell’Università degli Studi di Messina, l’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri di Messina.

Nel pomeriggio il direttore del MuMe di Messina, Orazio Micali, ha fatto visitare ai partecipanti dell’Istituto italiano dei Castelli la mostra ‘Seguendo il Caravaggio’, visitabile al Museo regionale di Messina fino al 14 ottobre, che comprende opere provenienti dal movimento Caravaggesco e post-Caravaggesco, per poi fermarsi al cospetto dei due capolavori del Caravaggio ‘Resurrezione di Lazzaro’ e ‘Adorazione dei pastori’.

La mostra ‘Vent’anni del Premio Nazionale di laurea Salvatore Boscarino’ è visitabile fino al 28 settembre (dalle ore 10 alle 18) nell’atrio del Rettorato dell’Università di Messina.

A RACCUJA – AL Castello Branciforti di Raccuja, domenica, si è tenuto un interessante approfondimento sul restauro dell’edificio e la rifunzionalizzazione, curato dall’architetto Tania Culotta Cenni. Il professore Biagio Ricciardi, dell’Istituto Italiano dei Castelli, ha illustrato un ‘Breve excursus sulla Tholos’.

Nel pomeriggio c’è stata una visita guidata lungo l’itinerario dei tholos di Raccuja, architetture rurali costruite nel periodo pregreco. A organizzare il programma della giornata, insieme all’Istituto Italiano dei Castelli Sezione Sicilia e delegazione di Messina, è stata l’amministrazione comunale, con il sindaco Ivan Martella, il quale ha ricordato come “grazie alla collaborazione con l’IIC e le iniziative programmate al Castello, siano notevolmente aumentate le presenze di visitatori a Raccuja”.

È stato, infine, presentato il video ‘Caterina la Venere di Sicilia’ ispirato alla figura dell’ultima Caterina della famiglia Branciforti: l’abito d’epoca della protagonista è stato concepito e realizzato dal brand di moda ‘Cristò couture’ di Messina dei giovani stilisti Salvo e Franz (Salvo Casella, di origini raccuiesi e Francesco De Feudis) con il supporto logistico e per la parte video di Marco Faranda.