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L’estate si può dire non porti bene all’amministrazione del sindaco di Villafranca Tirrena, Giuseppe Cavallaro.

Ad un anno esatto dalla crisi politica, intervenuta dopo appena quattordici mesi dalla sua elezione e risolta ad ottobre scorso con un nuovo ingresso in giunta e la rimodulazione delle deleghe, il primo cittadino si trova, infatti, a dover fare i conti, stavolta, con le dimissioni di due suoi assessori, Antonino Costa e Gaetano Lamberto.

Il ciclone si è abbattuto in tutta la sua gravità al consiglio comunale di ieri, 17 luglio 2024, con la comunicazione delle suddette dimissioni, avvenute il 16, ed il passaggio all’opposizione del gruppo “Coerenza e Concretezza”, composto dai consiglieri Letizia Bonanno, Gaetano Lamberto, Salvatore Micali e del presidente Riccardo Ramuglia, che ha interrotto la direzione dei lavori, lasciandola al suo vice Pietro Costagiorgiano, per allontanarsi dall’aula insieme ai suoi colleghi.

Abbandono della presidenza che, ha spiegato l’interessato, non significa dimissioni, ma un “temporaneo spoglio del ruolo istituzionale, per ricoprire il ruolo di consigliere comunale”.

Mentre, per le fuoriuscite, Costa ha chiarito che la decisione è dipesa da “mancanza di dialogo all’interno della giunta ed esautorazione delle loro funzioni, più marcata per Lamberto, tali da far venir meno il necessario rapporto di fiducia tra gli assessori e il sindaco”.

Circostanze, sempre a detta di Costa, sopportate sin dall’autunno scorso, solo per arrivare all’approvazione del bilancio – avvenuta in giunta lunedì 15 luglio -, necessaria alla stabilizzazione di 69 Lavoratori precari (43 contrattisti e 26 ASU).

Ricordiamo che, ad agosto 2023, il sindaco Cavallaro revocava, avocandole a sé, le deleghe dei suoi assessori (Costa, Lamberto, Angelo Giacobbe, Barbara Salvo e Gianfranca Alessi) “certificando” così i contrasti all’interno della sua maggioranza, che si erano palesati già nella primavera precedente.

Aveva iniziato, infatti, a febbraio, il consigliere Ammendolia, con le sue dimissioni da capogruppo della maggioranza consiliare, che nella primavera si sarebbe poi spaccata in due: da una parte, “Villafranca Bene Comune” comprendente lo stesso Ammendolia, assieme a Pietro Costagiorgiano, Andrea Alizzi e Maria Ruggeri, facenti riferimento a Matteo De Marco; dall’altra, “Coerenza e Concretezza” che conta il presidente Riccardo Ramuglia, Letizia Bonanno, Gaetano Lamberto e Salvatore Micali, vicini a Piero La Tona.

Anche la minoranza consiliare, nel frattempo, vedeva due anime distinte: il gruppo composto da Mario Russo e “Villafranca Libera” con Daniela Zirilli, Luca Villari e Fabrizio D’Andrea.

Il 13 ottobre, quindi, il rientro della crisi con l’ingresso in giunta di Giuseppe Ammendolia, al posto di Giacobbe, e la rimodulazione delle deleghe agli assessori.

Costa subiva così la delega di vicesindaco che andava ad Ammendolia, e riceveva Servizi Sociali, Politiche Giovanili, Turismo e Spettacolo mentre a Lamberto andavano Lavori Pubblici, Sport e Servizi Demografici.

Ma evidentemente i malumori, all’interno della maggioranza, erano stati solo sopiti ed i dichiarati propositi sottendenti l’accordo tra i due gruppi di maggioranza, cioè quelli  “di raggiungere in maniera più speditiva alcuni punti del programma elettorale”, non hanno funzionato, dato che, dopo gli avvenimenti di questi giorni, si è venuto a creare un consiglio comunale che per due terzi (8 su 12) si troverebbe su posizioni contrarie a quelle di Cavallaro e con i numeri sufficienti per la sua sfiducia, se le consultazioni avviate dal primo cittadino non produrranno risultati.

Impresa non semplice per il sindaco, dal momento che il gruppo di minoranza “Villafranca Libera” si riserva “di valutare e di scegliere la strada migliore da percorrere, votare la sfiducia al sindaco o procedere con un governo di responsabilità per il bene della comunità”.

Mentre l’altra opposizione, rappresentata da Russo, rimarrà al suo posto, come si evince dalla dichiarazione del consigliere, secondo la quale egli rimarrà “fedele a ricoprire il ruolo di consigliere di minoranza così come ho fatto in questi due anni nel rispetto delle regole e soprattutto della dignità dei cittadini villafranchesi”.

Se tuttavia il sindaco ce la farà a rimanere in sella, non sarà interrotto il processo di risanamento delle finanze dell’ente, avviato col piano di riequilibrio dopo il suo insediamento, e si potrà portare a termine l’iter di stabilizzazione dei lavoratori precari, che altrimenti subirebbero il naturale ritardo dovuto alle eventuali nuove elezioni, ad appena due anni dalle precedenti.