E’ stato pubblicato il nuovo studio Sentieri a cura dell’Istituto Superiore di Sanità. I dati non sono assolutamente confortanti e indicano uno stato di emergenza sanitaria che merita la massima ed urgenza attenzione da parte di tutti gli enti preposti in primis alla tutela della salute pubblica. Il dato che preoccupa è relativo alle malformazioni congenite che è più elevato rispetto a Taranto e all’incidenza oncologica anche in età pediatrica-giovanile.
In linea con gli altri studi scientifici che affermano un aumento della mortalità e ospedalizzazione per patologie ambientali anche oncologiche si osserva un eccesso di decessi per tutti i tumori in età giovanile. In particolare fa eccezione un eccesso dei tumori del sistema linfoemopoietico in età 0-14, e un eccesso basato di linfomi non-Hodgkin diagnosticati tra ragazzi maschi in età 20-24 anni. In età giovanile si rileva un eccesso dell’85% di tumori della tiroide. Il rischio di altre neoplasie in età infantile-adolescenziale e giovanile si segnala, anche in relazione alle possibili esposizioni a idrocarburi aromatici e benzene.
In merito alla malformazioni il numero di nati da madri residenti nel sito nel periodo 2010- 2015 è stato di 2.235; nel periodo in studio sono stati osservati complessivamente 117 casi di malformazioni congenite (MC), con una prevalenza di 523,5 per 10.000 nati, superiore alla prevalenza media regionale . Sono risultate superiori al numero di casi attesi le MC del cuore, dei genitali e degli arti. A Taranto su 25.853 nati sono stati osservati 600 casi di malformazione.
Alcune patologie con evidenza a priori di associazione con esposizioni ambientali del sito mostrano eccessi che meritano di essere evidenziati, visti anche i risultati di studi precedenti. In particolare, gli eccessi osservati di patologie a carico dell’apparato respiratorio, riscontrati in massima parte nella popolazione femminile. Tali eccessi erano stati già evidenziati in uno studio pubblicato nel 2014 sui disturbi respiratori e l’inquinamento atmosferico svolto nel 2007-2008 nell’intera area della Valle del Mela, inclusi i comuni del sito, ha evidenziato un’associazione tra disturbi respiratori in bambini asmatici delle scuole dell’area e specifici inquinanti atmosferici registrati nell’area e ha concluso che i livelli osservati di inquinamento atmosferico rappresentano una minaccia alla salute respiratoria dei bambini.
Visti gli eccessi qui riscontrati, l’Istituto Superiore di Sanità ritiene opportuno che venga promosso un programma di stima dell’esposizione di inquinanti in atmosfera come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), i metalli pesanti e composti organici volatili, al fine di individuare le fasce di popolazione particolarmente esposte sui quali avviare programmi di abbassamento dei livelli di esposizione e di sorveglianza sanitaria.
Questi dati rappresentano anche un fallimento istituzionale e della politica a qualsiasi livello. In questo territorio da oltre 15 anni si attende il risanamento e la bonifica e invece si continua a parlare di realizzare ulteriori impianti industriali dichiara il presidente dell’Adasc Peppe Maimone. “Le Autorizzazione Integrate Ambientali devono prevedere immediatamente limiti molto più restrittivi in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; è possibile perché esistono le migliori tecnologie disponibili ma tutto dipende dalla volontà politica, istituzionale ed imprenditoriale. Le pubblicazioni negli anni ci indicano un peggioramento dello stato di salute della popolazione residente. I sindaci e i consigli comunali chiedono con urgenza l’intervento dell’OMS a tutela delle generazioni future. Non è possibile più attendere bisogna intervenite urgentemente!”