Cosa sta succedendo in Europa? Alcuni Stati Europei hanno notificato all’Unione la sospensione degli accordi di Schengen.
La prima nazione ad invocare l’art. 25 è stata la Germania l’11 settembre scorso. L’obiettivo di Berlino è quello di “aumentare i respingimenti”: “Chi riceve la nostra protezione non deve abusarne, altrimenti dovrà lasciare nuovamente il nostro Paese”, ha sottolineato il ministro dell’interno Nancy Faeser.
Anche la Norvegia prende la stessa strada infatti, l’11 novembre il ministro della Giustizia e della Pubblica Sicurezza, Emilie Mehl ha deciso di estendere i controlli alle frontiere interne di Schengen fino al 1° dicembre 2024, principalmente a causa delle “minacce per obiettivi ebraici e israeliani”.
Ricordiamo che si possono sospendere gli accordi di Schengen, in base all’articolo 25a: “Qualora vi sia una grave minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza interna di uno Stato membro, quest’ultimo può eccezionalmente ripristinare il controllo di frontiera su tutte le frontiere interne o su parti specifiche di esse per un periodo limitato fino a 30 giorni o per la durata prevedibile della grave minaccia, se questa supera i 30 giorni”, “il periodo complessivo di ripristino del controllo di frontiera alle frontiere interne […] non deve superare i sei mesi”. “In presenza di circostanze eccezionali di cui all’articolo 29, tale periodo complessivo può essere esteso fino a un massimo di due anni”.
Lo stesso giorno (11 novembre) anche i Paesi Bassi hanno notificato alla Commissione Europea la reintroduzione dei controlli alle frontiere dal 9 dicembre fino all’8 giugno 2025, con il ministro per l’asilo e la migrazione Marjolein Faber spiegando che la polizia di frontiera inizierà a effettuare controlli aggiuntivi al confine tra Olanda, Germania e Belgio. Senza fornire dettagli su come verranno effettuati i controlli.
Non si fa attendere la risposta di Bruxelles, che attraverso un portavoce dell’Unione, in una conferenza stampa, risponde a queste richieste sottolineando che “La Commissione valuterà la notifica e rimarrà in stretto contatto con le autorità”, “La posizione della Commissione è molto chiara quando si tratta del codice frontiere Schengen, perché questo è il quadro che reintroduce i controlli alle frontiere, che devono essere strettamente necessari e anche proporzionati”, “questo tipo di misura dovrebbe rimanere eccezionale” e “strettamente limitato nel tempo come ultima risorsa, o in caso di grave minaccia all’ordine pubblico o alla sicurezza interna dello Stato”.
Tempi duri per gli immigrati? Cosa accadrà agli altri Stati Europei, soprattutto all’Italia, insofferente da anni su questa questione che sembra non volersi risolvere mai? (#Ansa).