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Una giornata di protesta ad Archi di San Filippo del Mela, dove in più di 4mila hanno gridato il loro No all’inceneritore al Css, ricordando anche quanto accaduto nella stessa data l’anno precedente con l’incendio del serbatoio della Raffineria, le fiamme e la paura. All’evento non sono mancati i sindaci di vari comuni del comprensorio, assente ingiustificato il primo cittadino di San Filipppo del Mela, tanti i movimenti e le associazioni oltre a numerose persone della società civile che hanno voluto farsi sentire con la loro presenza e la forza della voce.

Il leit motive della manifestazione sta tutto in questa frase: “Vogliamo una Sicilia libera dai veleni, terra di pace, accoglienza e prosperità grazie alla valorizzazione delle proprie vocazioni naturali”, in sintesi basta industrie pesanti ed inquinanti che tanti danni ambientali e sanitari hanno provocato in questi anni nella Valle del Mela.  No assoluto, senza ma e senza se, alla riconversione della centrale elettrica Edipower in un nuovo ‘eco-mostro’ che brucerebbe spazzatura e scarti vari,  sovraccaridando un comprensorio già penalizzato dalla presenza di altre realtà industriali che lottano tutti i giorni con gli agenti inquinanti.  L’iniziativa ha preso il via da contrada Archi sulla Strada Statale 113 per poi terminare nel piazzale dell’attuale centrale elettrica Edipower. Tante le presenze del mondo della politica locale, da l primo cittadino di Messina, Renato Accorinti, a quello di Milazzo, Giovanni Formica. Alla manifestazione hanno preso parte anche i sindaci Antonino Campo di Santa Lucia del Mela, Giuseppe Sciotto di Pace del Mela, Luigi Pietro Calderone di San Pier Niceto, Giuseppe Cannistrà di Monforte, Mario Foti di Furnari e Nicola Venuto di Saponara. Presenti, i deputati del M5S, Alessio Villarosa, Francesco D’Uva e Valentina Zafarana e i senatori di “L’Altra Europa”, Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella. Al corteo nutrita rappresentanza delle associazioni, dall’ Adasc al NoCSS, promotrici dell’iniziativa, oltre a Zero Waste, Legambiente del Tirreno e del Longano ed  ex amministratori locali.

L’appello dei manifestanti indirizzato alla politica nazionale e alle industrie su tutte Raffineria ed Edipower si impernia tutto sulla richiesta di bonifica di un territorio vittima di pesanti danni ambientali e sanitari, dove ancora oggi tanti cittadini pagano le conseguenze di scelte dettate dalle lobby di potere e dal ricatto occupazionale. Un alternativa allo sviluppo fatto di petrolio, idrocarburi  e i conseguenziali biossidi di zolfo e diossina ci può essere, a detta dei manifestanti ma anche di studiosi un’industria ecocompatibile e pulita basata sull’incentivo alla raccolta differenziata e al riciclaggio, in quest’ottica l’inceneritore di spazzatura prospettato sarebbe un altro colpo al cuore nei confronti di un comprensorio ‘oltraggiato’ per anni con scarichi di ogni genere.

Da qui la forte protesta di ieri pomeriggio per esprimere il secco ‘NO all’inceneritore’ in sostituzione della centrale termo-elettrica, ‘No’ al progetto depositato da Edipower che prospetta la realizzazione di un mega-inceneritore da 510 mila tonnellate di spazzatura l’anno, tra i più grandi d’Europa, che potrebbe immettere diossine, metalli pesanti, nanopolveri, furani e pcb. Infine, sempre nella giornata di ieri si è riunito un comitato tecnico-scientifico per fare il punto sul piano giuridico e istituzionale, con la stesura di tutte le osservazioni da inviare al Ministero dell’Ambiente e del Territorio prima che sia troppo tardi e che si decida senza il parere della cittadinanza e delle associazione tenendo conto di rischi e conseguenze.