Erano in tanti, gli amici di sempre, quelli che ieri hanno voluto trascorrere un’altra delle allegre serate in sua compagnia, nella chiesa S. Francesco di S. Pier Niceto, dove è stato ricordato il cantautore monfortese Salvatore Trimarchi, a dieci anni dalla sua scomparsa.
Dell’artista, autore di “In fondo al viale”, brano portato al successo dai Gens nel 1969, e di tanti in vernacolo, con al centro i temi della terra natia, amore e libertà, sono presenti, nel cuore di chi lo conosceva, la sua allegria e il suo essere uno spirito libero.
Questo è quanto emerso dalle testimonianze dei presenti e dai “pensieri” degli amici Piero Scibilia e Antonio Spadaro, organizzatore dell’evento, recitati dalla scrittrice Isabella Ferrauto.
Mentre, in “E passa u tempu”, magnificamente interpretata dalla scrittrice e attrice Iolanda Anzollitto, questa volta anche nell’altro ruolo, che le appartiene, di cantante, accompagnata dal talentuoso gruppo “Malanova” – nella versione chitarra e fisarmonica – appare quella che potrebbe sembrare la sua sorte avversa – “st’omu senza furtuna” – che qualcuno ha voluto attribuire alla sua carriera discografica.
Ma, che a ben vedere, era un punto di forza, dal momento che la sua memoria è principalmente legata al suo essere stato anticonformista e schietto; fatto che se da un lato gli ha impedito di essere “chiuso negli schemi delle case discografiche” – come ha voluto evidenziare Spadaro -, dall’altro lo fa amare dai suoi estimatori.
Fortuna, quindi – questa volta inserita con “sugnu lu fortunatu” nel testo dell’ultimo inedito dell’autore “Canzuni pi Sara”, anche questo eseguito dai Malanova -, che, a tanto tempo dalla sua morte, ha fatto sì che il pubblico lo ricordi con quel sentimento che il cantautore ha voluto seminare in abbondanza: “Na cesta di ciuri di milli culuri cu dintra quintali e quintali d’amuri”.
Presenti la sorella Nella Trimarchi, presidente della LUTE di Venetico, e il sindaco di Monforte S.G., Antonio Pinizzotto, che ha raccontato l’aneddoto legato al ricordo delle lunghe conversazioni, in gruppo con Trimarchi, sui gradini della chiesa Matrice, “dove l’ultima sigaretta faceva fare le sette di mattina”.
Mentre il primo cittadino di S. Pier Niceto, Domenico Nastasi, si è detto concorde con la figura tracciata dell’artista, ritenendolo “persona libera, buona, genuina e schietta, ma nello stesso tempo determinata”.
Angelo Maria Calise ha cantato “Siciliano” e “Stasera ho una donna pure io”, mentre in chiusura, la locale banda “Associazione musicale Maestro Pietro Nastasi” di Juan Carlos Marchetta, diretta dal M* Davide Cigala, ha eseguito “Cussì”, con a tema il dolore di chi è costretto ad abbandonare la terra d’origine per cercare un lavoro, questione che è ritornata purtroppo ad essere di viva attualità.