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Il Consiglio Comunale di ieri ha approvato all’unanimità lo schema di convenzione, predisposto dalla Regione Siciliana e trasmesso, con modifiche, dalla capofila Messina agli altri 8 comuni dell’Area Urbana Funzionale (FUA).

Passaggio consiliare perentorio entro il 31 marzo quello di ieri per consentire anche a Rometta di partecipare alla programmazione della spesa di 115 milioni, su 900 delle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) 2021-2027, che andranno ad una delle 9 Aree urbane funzionali della Sicilia, quella che appunto, come stabilito dalla Regione, sarà composta dal comune capofila Messina e Rometta, Villafranca Tirrena, Saponara, Spadafora, Venetico, Alì Terme, Itala e Scaletta Zanclea.

Si tratta della programmazione per aree funzionali, e quindi più efficace ed efficiente, di investimenti in opere pubbliche che potranno riguardare le strutture, i servizi e quant’altro occorrerà per migliorare la connessione territoriale degli Enti coinvolti.

E proprio l’aver contribuito a scongiurare l’esclusione di fatto di poter influire sulle decisioni programmatiche della FUA dei piccoli comuni, come Rometta, che sarebbe avvenuta con la iniziale modifica della Convenzione da parte del Comune di Messina, con la quale la capofila si attribuiva 220 voti su 254, ha fatto guadagnare al sindaco Merlino il vivo apprezzamento da parte di tutti i consiglieri.

Attraverso detto contributo critico alle apposite riunioni, avallato – a dire di Merlino – dai primi cittadini di Saponara, Giuseppe Merlino, e Villafranca Tirrena, Giuseppe Cavallaro, la Convenzione, in ultimo esitata dalla capofila e approvata ieri, alleggerisce il peso di Messina, attribuendole 22 voti, 1 ogni 10 mila (e non 1 ogni mille), contro i complessivi 34 degli atri comuni, riconosciuti loro in misura di 1 ogni mille e sottrae al Collegio Arbitrale il potere di decisione sulle controversie, essendo ora stato attribuito al TAR.

Rimane tuttavia il “diritto di veto” del Comune di Messina, essendo necessaria la deliberazione con 37 voti, cioè la maggioranza qualificata dei 2/3, che i comuni piccoli da soli non potranno mai raggiungere.

Già con una sua comunicazione di sabato scorso, riferita alla riunione tra tutti i 9 comuni del giorno prima, il sindaco di Rometta aveva evidenziato in tutta la sua gravità la criticità della situazione, denunciando che, secondo le iniziali modifiche alla bozza della Convenzione, il Comune di Messina “avrebbe la maggioranza assoluta, potrebbe decidere da solo (senza neanche la presenza degli altri sindaci) e se qualcuno dei comuni volesse fare valere le proprie ragioni, deciderebbe un collegio arbitrale nominato dal Sindaco del comune di Messina”.

In quell’occasione Merlino era anche arrivato a dire che in altri tempi “tenuto conto che, per una legge nefasta ed anticostituzionale (legge Del Rio), il sindaco di Messina è anche sindaco della Città Metropolitana, si sarebbero chieste all’unanimità le dimissioni dello stesso”.

Nel consiglio di ieri è stata anche approvata la proposta di inserimento in bilancio, e quella per la conseguente modifica agli altri documenti contabili comunali, delle somme relative ai trasferimenti per più di 4 milioni, ottenuti per la costruzione della scuola dell’infanzia e asilo nido, rispettivamente nel cortile e nella sopraelevazione del plesso del Corso Francesco Saija, nonché dell’asilo nido, degli interventi all’immobile dell’ex macello comunale e messa in sicurezza dell’area del castello di Federico II, siti nella parte collinare del paese.

Sono stati inoltre confermate per il 2023 le aliquote e detrazioni IMU, istituito, questa volta solo con i soli voti della maggioranza, il regolamento sulla realizzazione di murales, modificato invece quello relativo al premio teatrale ‘Saro Costantino’ (eliminazione della parte riguardante l’abbinata lotteria) e approvato un debito fuori bilancio, derivante da una sentenza del Tribunale, a favore di un avvocato distrattario.