“A fronte delle dichiarazioni pubbliche del Sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto e dell’On. Pino Galluzzo, – esordisce la nota della Rete per la Salute Pubblica “Uniti per il Cutroni Zodda” – che hanno espresso soddisfazione per l’ipotesi di esternalizzazione del Pronto Soccorso dell’ospedale Cutroni Zodda, ci troviamo costretti a intervenire pubblicamente per denunciare, con fermezza e preoccupazione, quanto questa narrazione sia distante dalla realtà. La sanità pubblica non può essere celebrata mentre si svuota sotto gli occhi di tutti. E Barcellona ne è l’esempio più evidente.
Come riconosciuto dallo stesso Assessore regionale alla Salute, a Barcellona Pozzo di Gotto non manca solo il Pronto Soccorso: manca l’intero ospedale. Mancano i reparti collegati all’emergenza-urgenza, manca il personale, manca una visione. E nel frattempo l’ospedale di Milazzo collassa sotto il peso delle richieste di assistenza che prima venivano garantite dal Cutroni Zodda, anche se, e questo dovrebbe far riflettere, i cittadini del comprensorio preferiscono giungere negli ospedali di Messina pur di evitare il nosocomio di Milazzo .
In questo contesto, esultare per l’ingresso di soggetti privati nella gestione del Pronto Soccorso è profondamente miope.
A ricordarlo, in modo inequivocabile, è anche la Conferenza delle Regioni, che già nel 2023 ha presentato alla Commissione Affari Sociali della Camera un documento durissimo sulla crisi dei Pronto Soccorso italiani. Secondo tale documento:
• Le esternalizzazioni aggravano i costi per le aziende sanitarie;
• Ridimensionano la qualità dell’assistenza;
• Esercitano un forte impatto negativo sul clima lavorativo degli operatori sanitari.
Nel frattempo, la Rete per la Salute Pubblica – Uniti per il Cutroni Zodda, tramite il suo portavoce Tindaro Di Pasquale, ha formalmente indirizzato una richiesta di chiarimenti al Direttore Generale dell’ASP di Messina, all’Assessorato regionale alla Salute e al Presidente della Regione Siciliana, On. Renato Schifani. Nella lettera si segnalano presunte interlocuzioni non trasparenti con soggetti privati e accessi non autorizzati ai locali del Pronto Soccorso del Cutroni Zodda da parte di persone estranee alla struttura ospedaliera.
Pur non potendo confermare la veridicità degli episodi, si ritiene grave e urgente fare piena chiarezza su:
1. L’esistenza di trattative private in corso;
2. La presenza o meno di autorizzazioni a tali accessi;
3. La necessità di informare, ove vi fossero irregolarità, le competenti autorità giudiziarie.
La salute pubblica non può essere gestita con opacità e scorciatoie.
Le dichiarazioni di facciata non bastano: servono risposte concrete. Serve sapere con chiarezza se si sta trattando il nostro Pronto Soccorso come un affare da affidare senza trasparenza, o se c’è ancora la volontà politica di restituire a Barcellona un ospedale vero, completo, funzionante, pubblico.
La cittadinanza non chiede un contratto con una cooperativa privata. Chiede un piano di rilancio per l’ospedale Cutroni Zodda. Chiede medici, infermieri, reparti, cure. Chiede dignità.
La sanità è un diritto, non un business” a scriverlo il portavoce della Rete, Tindaro Di Pasquale.
A fare da eco a questa forte critica anche altri interventi di alcune associazioni: da Carmen Bruno con Aps Aria Nuova: “E’ sconfortante leggere tanto entusiasmo da parte delle forze politiche per una soluzione che rappresenta il fallimento della sanità pubblica e della politica. Si cerca solo di indorare una pillola amara, che è proprio ciò che si voleva evitare, cioè far entrare i privati nel nostro ospedale.
Peraltro a ben vedere l’Assessorato non pare abbia inteso concedere alcun nulla osta, non previsto dalla L.R. 5/2009 , ma semplicemente ha rimesso la decisione all’Asp con il monito della prudenza sulla sostenibilità economica e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.”
A Lucilla Barbasini – Associazione angeli sull’ asfalto. Come ci siamo ridotti ??
Com’ è possibile che si trovino i denari e quanti denari per pagare un servizio svolto da privati mentre togliamo ogni centesimo alla sanità pubblica alla salute per tutti come scritta nella Costituzione?
In questo sistema perverso dei vasi comunicanti si sta delineando una società nella quale chi ha tanto avrà tutto e chi ha poco potrà soltanto morire. E’ inaccettabile che questo avvenga sotto i nostri occhi senza che nessuno dica basta !
In verità tutto questo scempio avviene per il nostro silenzio il nostro letargo la nostra complicità”.