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Il consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia, Libero Gioveni, alla luce del grave gesto avvenuto ieri pomeriggio in città, ha proposto delle idee e proposte all’Amministrazione “per iniziare con i fatti e non soltanto con le parole a combattere questo inqualificabile fenomeno!”, presentando una interrogazione urgente al sindaco Basile e agli assessori politiche sociali Calafiore, e all’assessore pari opportunità Cannata. 

“NON SI PUO’ PIU’ STARE CON LE MANI IN MANO!

L’inqualificabile e a tutti noi inaccettabile episodio di estrema violenza criminale avvenuto ieri sera nella nostra città che ha sconvolto un’intera comunità, ripropone, semmai si fosse fermato, l’inquietante fenomeno della violenza sulle donne!

Su questo importante e drammatico tema che in Italia purtroppo risulta sempre più frequente, il vecchio Consiglio Comunale del mandato 2013/2018 di cui lo scrivente ha fatto parte, in data 26 novembre 2013, in riferimento anche ad una legge in merito esitata in Parlamento un mese prima (alla quale se ne aggiunsero altre due nel 2019 e nel 2023), votò all’unanimità una significativa delibera contro il “femminicidio” e la violenza sulle donne, che ebbe un valore certamente simbolico (come quello di individuare e dedicare stabilmente in Aula il cosiddetto “posto occupato”), ma che nello stesso tempo volle rappresentare l’avvio di un percorso finalizzato a fornire delle precise garanzie a tutte le donne messinesi.

Ciò nonostante in tutti questi anni, al netto di iniziative sul territorio intraprese da più parti volte a sensibilizzare tutti sul tema, non si sono mai concretamente poste in essere delle azioni mirate a garantire e preservare l’incolumità (non solo fisica) delle donne!

Non poteva bastare, infatti, il votare un atto come è stato fatto in quell’occasione che, seppur nei princìpi e nei contenuti, condannava tutte le manifestazioni di violenza fisica e psicologica sulle donne, ma occorrevano (e occorrono oggi!!!) anche e soprattutto azioni concrete che riescano a “scovare” nelle famiglie messinesi particolari situazioni di disagio che spesso costituiscono causa di diverse forme di violenza, la più grave delle quali, purtroppo, non può che essere quella del “femminicidio”, come quello tristemente consumatosi ieri sul viale Gazzi che ha strappato la povera Sara ad una famiglia della provincia di Palermo che l’aveva affidata alla nostra città per i suoi studi universitari.

Si rende necessario, quindi, creare nel territorio i presupposti per facilitare il compito alle donne vittime di violenza che difficilmente riescono da sole a “rompere” il muro dell’omertà.

Ecco qui di seguito alcune proposte che, a parere dello scrivente che in passato aveva già tentato di portare avanti, potrebbero giovare alla causa:

1. avviare progetti con tutte quelle parrocchie e comunità cristiane in genere che hanno costituito al loro interno i “centri di ascolto”;

2. fornire supporto psicologico e sociale alle donne vittime di violenza, attraverso un’assistenza psicologica, legale, economica e possibilmente abitativa e lavorativa per aiutarle ad uscire dalla dipendenza economica del partner;

3. intensificare il processo di educazione dei giovani al rispetto e alla non violenza, partendo soprattutto dalle scuole con una formazione in età adolescenziale, insegnando il rispetto reciproco e la gestione delle emozioni negative;

4. reintrodurre concretamente dopo anni di assenza, all’interno delle 6 Circoscrizioni cittadine il segretariato sociale attraverso il coinvolgimento degli assistenti sociali;

5. istituire (e non soltanto in modo astratto visto che vi fu un primo tentativo avviato dalla Messina social city), sia nelle stesse Circoscrizioni ma anche negli 8 CSE (centri socio educativi) dislocati nel territorio comunale, degli sportelli di “mediazione familiare”.

Alcune di queste opportunità, che sono praticamente a costo zero, potrebbero consentire a molte donne che si vorrebbero avvicinare a queste nuove realtà sul territorio presenziate da personale specializzato e che finora sono rimaste in religioso (e certamente penalizzante) “silenzio”, di tirare fuori tutte quelle forme di violenza più o meno grandi subìte nascostamente dentro e fuori le mura domestiche!

Pertanto, alla luce di quanto sopra esposto, il sottoscritto consigliere comunale

I N T E R R O G A

le SS.LL. in indirizzo, ognuno per la parte di propria competenza, al fine di conoscere, al netto o in aggiunta ad altre azioni di iniziativa di codesta Amministrazione, se intendano portare avanti le suddette proposte finalizzate a preservare le donne da qualsiasi forma di violenza, sia fisica che psicologica”.