Con una nota inviata al Sindaco e al Ministero delle Infrastrutture l’azienda Teodoro Bruno spa che, tra i toni trionfalistici dell’amministrazione comunale, solo pochi giorni fa vinceva la procedura per l’aggiudicazione del ramo d’azienda dalla Coedmar per il completamento dei lavori del Porto di Tremestieri, in maniera perentoria batte cassa mettendo nero su bianco che ad oggi non vi è la copertura finanziaria necessaria senza la quale entro il 30 ottobre si tirerà fuori dall’appalto lasciando l’opera al suo triste destino di definitiva incompiuta.
“Sotto accusa della Teodoro Bruno c’è la delibera con cui la giunta comunale di Messina ha dato il via, nello scorso mese di luglio alla transazione con la Coedmar – dichiarano Ivan Tripodi segretario generale Uil Messina, Michele Barresi segretario generale Uiltrasporti, Nino Di Mento responsabile porti e logistica Uiltrasporti e Pasquale De Vardo segretario generale Feneal Uil Tirrenica – confermando in toto quanto evidenziato solo poche settimane addietro dal nostro sindacato. Nella delibera non vi sono garanzie sulle risorse mancanti e necessarie al completamento dell’opera e, ovviamente, senza di quelle nessuna impresa riprenderà i lavori. Lo dice chiaramente nella nota inviata la Teodoro Bruno spa al comune di Messina – continuano i sindacalisti – facendo naufragare l’idea pittoresca dell’assessore Mondello che ipotizzava l’avvio di un primo lotto da completare con le risorse già disponibili in attesa di reperire quelle mancanti. Ma senza garanzie quale impresa seria si avventurerebbe nell’intraprendere un’opera così complessa e onerosa? L’ennesimo scivolone di una stazione appaltante, il comune di Messina, da tempo in evidente stato di confusione – continuano dalla Uil – che ha già sulla coscienza un’opera che, se mai completata, costerà 117 milioni di euro contro i 74 inizialmente previsti.
È chiaro che, sebbene i 17 milioni del finanziamento ministeriali persi a causa dei ritardi saranno con ogni probabilità recuperati con l’impegno dell’Adsp, l’amministrazione comunale nella transazione ha fatto i conti senza l’oste circa i 43 milioni di euro che, sempre dal MIT, dovrebbero essere reperiti per i maggiori costi dei materiali come indicato dai recenti decreti governativi. E’ legittimo, nonché ampiamente prevedibile, che la nuova azienda chieda chiare e precise garanzie senza le quali i cancelli del cantiere più importante della città resteranno inesorabilmente chiusi. Pertanto, compete alla giunta Basile usare finalmente il linguaggio della chiarezza con la città e chiedere, col cappello in mano, aiuto al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – conclude la Uil – in un contesto tale in cui la strada del commissariamento dell’opera è non solo opportuna ma inevitabile.