Condividi:

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina arriva al Parlamento Europeo, ma non come il
Governo avrebbe sperato. Si è tenuto oggi nelle aule di Bruxelles un incontro, promosso da forze
politiche e associazioni ambientaliste e del territorio, volto a discutere i limiti ambientali e
procedurali dell’opera.
L’evento è organizzato dagli europarlamentari di PD, Alleanza Verdi/Sinistra e Movimento 5
Stelle: Annalisa Corrado (S&D), Sandro Ruotolo (S&D), Ignazio Marino (Greens/Ale),
Cristina Guarda (Greens/Ale), Benedetta Scuderi (Greens/Ale), Leoluca Orlando (Greens/Ale),
Mimmo Lucano (The Left), Pasquale Tridico (The Left), Giuseppe Antoci (The Left), in
collaborazione con le associazioni di cittadini e ambientaliste attive sul territorio, coordinate nel
gruppo “NO PONTE”.
Amministratori, esperti e rappresentanti della società civile hanno discusso gli aspetti critici
dell’infrastruttura, alla luce di quanto prescritto dalla Commissione VIA-VAS: la Commissione ha
infatti sollecitato il Governo italiano a procedere secondo quanto previsto agli Articoli 6.3 e 6.4
della Direttiva Habitat, che prevedono l’obbligo di richiesta di parere alla Commissione
Europea per il via libera a costruire. Questo perché l’impatto dell’opera in questione sugli
ecosistemi delle zone coinvolte violerebbe le protezioni della Rete Natura 2000.
“Quello che viene chiamato parere è di fatto una deroga a costruire rispetto alle direttive che
proteggono ecosistemi preziosi e ad elevato valore ecologico. Le regole europee non sono un
ostacolo, ma una garanzia per la tutela del nostro patrimonio naturale e per la corretta
gestione delle grandi opere. Il Ponte sullo Stretto solleva molteplici interrogativi sulla
sostenibilità ambientale e sulla reale utilità dell’investimento. Chiediamo alla Commissione
Europea di esercitare il massimo livello di controllo su questa procedura”, ha dichiarato
Annalisa Corrado, Responsabile Conversion Ecologica del PD.
Un’opera dannosa e inutile che rischia di diventare un precedente pericoloso
Un progetto che i partecipanti definiscono nebuloso, dannoso e antistorico, oltre che insostenibile
dal punto di vista economico e ambientale.
“A nostro avviso manca del tutto l’interesse pubblico che giustifichi l’allocazione di così
ingenti risorse pubbliche per un’opera che rischia di danneggiare le comunità locali su
molteplici livelli”, dichiarano i partecipanti. “Siamo di fronte all’ennesima proposta più di
propaganda che di sostanza: non ci serve un altro ecomostro a danneggiare la salubrità dei
nostri territori, ma interventi seri e di lunga veduta che risolvano i problemi della nostra
terra”, aggiungono.
Gli organizzatori e le realtà coinvolte continueranno a rappresentare attivamente le associazioni e i
cittadini nelle sedi europee, per far sentire la propria voce in difesa dell’ambiente e contro la
costruzione di un’opera inutile e pericolosa.