Si sono spenti i riflettori su una delle manifestazioni più attese dell’estate tindaritana, appuntamento fisso nell’agenda degli spettacoli estivi in programma al teatro antico di Tindari. A confermarlo, del resto, è la grande risposta di pubblico e l’entusiasmo che le performance hanno suscitato in chi, domenica sera, ha deciso di assistere alla settima edizione di Tyndaris Augustea.
Il successo della manifestazione, prodotta e organizzata dal Parco archeologico di Tindari, diretto dall’Arch. Domenico Targia, assieme alla Proloco di Patti, presieduta da Nino Milone, risiede nella capacità artistica di creare una potente connessione tra i luoghi e le storie, secondo le regole del “site specific” utilizzate dalla direttrice artistica Anna Ricciardi con l’obiettivo di valorizzare i siti del Parco attraverso le arti performative. Ancora una volta l’area archeologica è stata sapientemente utilizzata come scenografia naturale, in cui gli attori si sono mossi in un costante dialogo con l’ambiente circostante, grazie anche alle spiegazioni scientifiche del prof. Michele Fasolo, agli allestimenti di Tina Cannavò, alle musiche originali di Francesco Cusa e Giorgia Santoro, alle luci di Antonio Barone e a tutti i collaboratori e i volontari della Proloco di Patti, che non hanno lesinato impegno ed energie. Lo spettacolo teatrale itinerante ha “attraversato” i monumenti centrali del sito, con particolare attenzione all’Insula IV e alla Domus romana, trasformando l’area archeologica in una sorta di epicentro emozionale, in un luogo dell’anima.
Domenica a Tindari è come se si fosse fermato il tempo dei minuti, delle ore ordinarie, della fretta spasmodica. Appena varcati i cancelli dell’Agorà, gli spettatori sono stati avvolti in un rito incantatorio: lo squillo delle trombe trionfali annuncia la visita, in veste non ufficiale, dell’imperatore Ottaviano Augusto, che racconta della voracità sconquassante del potere e della decadenza della politica. A vestirne i panni è un incommensurabile Elio Crifò, che attraverso Ottaviano esprime pensieri attuali, a tratti provocatori. È sempre Elio Crifò ad accompagnare gli spettatori nella discesa agli inferi (la katabasis), interpretando un inedito Socrate che invoca Tiresia. Da un’altura emerge la figura del veggente (qui interpretato da una straordinaria Luna Marongiu), che esprime la sua doppia essenza – femminile e maschile – attraverso una pregevole diplofonia (la voce di contralto è di Cinzia Maccagnano). Dal maestoso peristilio dell’Insula IV le anime degli eroi si ridestano al tocco del sangue. Tra loro c’è Achille (interpretato da Alessandro Romano) che disprezza l’eroicità imbattibile in nome del trionfo della vita; Agamennone (a vestirne i panni è Roberto Burgio) che dilata le parole di Omero in una riflessione più profonda sul tradimento per la sete di potere; Didone (interpretata da Maria Chiara Pellitteri) che squarcia il silenzio imposto da Virgilio per esprimere un dolore lacerante. Straordinaria anche Gabriella Casali nell’interpretazione di Anticlea, una madre affranta dal dolore in attesa di un figlio che non farà mai ritorno. A chiudere la piece è Edoardo Siravo, che solenne scandisce il futuro glorioso di Roma. A causa delle avverse condizioni meteo è stata sospesa la terza performance: l’Antigone firmato da Cinzia Maccagnano, con Edoardo Siravo, Alessandra Salamida (recentemente Fedra al teatro di Siracusa), Gabriella Casali, Roberto Burgio, Alessandro Romano e Maria Chiara Pellitteri, sarà recuperato questa sera, martedì 20 agosto, all’interno del sito archeologico Abakainon di Tripi in occasione dell’odierna tappa de “Il Sorriso degli Dei”, la rassegna targata Parco Archeologico di Tindari. Solo per coloro che erano presenti all’Augustea del 18 agosto sarà possibile assistere gratuitamente alla performance prevista alla Stoá (inizio spettacolo ore 20,30). Questa sera a Tripi è in programma anche la performance “Viaggio negli abissi dell’anima da Omero a Virgilio”, di e con Elio Crifò.
(Foto di Antonio Barone ed Egidio Maio)