Il tour “Autoritratto – I concerti evento” by Tattica, che ha visto protagonista Renato Zero, e che si è chiuso con gli ultimi due concerti di Roma, ha fatto tappa, mercoledì 6 e giovedì 7 novembre 2024 al PalaRescifina di Messina, uniche date fra Sicilia e Calabria… ed è stato grande spettacolo.
Fascinosi giochi di luci, effetti speciali, scenografia incantevole sono stati il gustoso contorno di Musica e Parole, un binomio inscindibile, oggi più di ieri, nel quale la parola ha preso il sopravvento sul look, sugli abiti di scena (tanti quelli sfoggiati dal nostro!) e si è trattato di moniti “forti”: “Per ciucciare ancora soldi vi vogliono regalare un ponte, vogliono soffocare la storia, la sorpresa, la meraviglia e l’imperturbabilità di un paesaggio stupendo che vuole solo esibirsi naturalmente”.
“Dicono che con il ponte ci saranno più turisti e più persone e che la Sicilia diventerà più praticabile – ha sottolineato Renato Zero, tra gli applausi del pubblico – Ma no. Questo è un grande patrimonio naturale e la visione di quel tratto di mare è qualcosa di davvero impagabile”. Una chiarissima scelta di campo che il suo pubblico ha apprezzato ma che ha scatenato le critiche dei pro Ponte: “Dovrebbe pensare a cantare le sue meravigliose canzoni piuttosto che addentrarsi in giudizi di parte riguardo un’opera così importante. Punti di vista.
In premessa vanno menzionati i musicisti che hanno accompagnato Renato ovvero l’Orchestra Piemme Project, preregistrata e aggiunta in modalità ledwall, e la band formata da Danilo Madonia (direzione musicale, tastiere e pianoforte), Lorenzo Poli (basso), Lele Melotti (batteria), Bruno Giordana (tastiere e sax), Rosario Jermano (percussioni) e Andrea Maddalone e Fabrizio Leo alle chitarre.
Andando alla scaletta dei brani scelti per queste due date messinesi, si è trattato certamente di un “concerto di nicchia” poiché sono stati tantissimi i pezzi meno noti cantati da Renato per la gioia dei “sorcini” che hanno intonato la quasi totalità delle canzoni, partendo proprio dallo scoppiettante inizio con “Vivo”, brano del 1977, che esorta ad andare avanti “nonostante tutto”, per poi proseguire con “Il Jolly” del 1981, “Manichini”, sempre del ’77: “Viviamo come marionette, vorremmo tanto sganciarci da questi fili che ci tengono prigionieri nella nostra libertà, nel nostro voler ricercare un’identità definitiva al di fuori dei patteggiamenti, dei compromessi ai quali ci chiedono di partecipare”.
Brividi quando è arrivata “Amico” del 1978, cantata interamente dal suo pubblico mentre lo stesso Renato è sceso in mezzo alla gente. Molto trascinante il brano “Voyeur” (1989), esortazione all’abbattimento delle barriere tra gli uomini, per ritrovare quella vicinanza che il periodo della pandemia ha ostacolato. Quindi ecco uno dei brani più belli e intensi di Renato ovvero “Nei giardini che nessuno sa” seguita dall’inno alla giovinezza “Bella gioventù”
Da “Amore dopo amore” tre “perle” ovvero “Cercami”, “Figaro ” e “Dimmi chi dorme accanto a me” e poi “Via dei Martiri” e, tra i brani più recenti, due pezzi scritti col cantautore ragusano Lorenzo Vizzini, “L’amore sublime”(2020) e “Cuori liberi” (2023). Una citazione specifica merita l’applauditissimo medley cantato (e ballato!) dai Wacciuwari, coro ad otto voci che ha esaltato il pubblico con pezzi cult di Zero quali “Madame”, “Mi vendo”, “Triangolo” e “Baratto”, mentre lo stesso Renato Zero si scatenava a fare il dj sul ledwall. Immancabile il ricordo di due storici collaboratori e grandissimi amici, il Maestro Renato Serio, al fianco dell’artista per quarant’anni, scomparso il 4 novembre scorso e la corista Claudia Arvati, scomparsa nel 2022. Chiusura in bellezza con “Il cielo” (1977) e “I migliori anni della nostra vita”(1995), pubblico in visibilio, Messina ha risposto alla grandissima accogliendo nel Palazzetto di contrada San Filippo gente proveniente da Sicilia e Calabria, sorcini e non, più generazioni unite dall’amore per Renato che ha urlato a gran voce: “Messina… grandiiiii!”.