Da Trapani, per dare risalto politico ai gravi ritardi sulla consegna dei referti oncologici, a Messina, dove questa mattina ha presentato il suo libro “L’influencer”, edito da Piemme.
Matteo Renzi non le fa certo sconti e con le parole di Berlusconi la qualifica supponente, arrogante, prepotente e con un comportamento offensivo, che pratica la politica dell’ “óp lá”, intendendo la sua posizione altalenante soprattutto in politica estera.
Questo e tanto altro, che “nessuno ha il coraggio di dire” sulla presidente Giorgia Meloni, colei che “comunica bene e governa male”, sono il contenuto del suo ultimo lavoro letterario, insieme alla visione politica di Italia Viva, alternativa a quella “confusa” dell’attuale Governo.
Calorosamente accolto da un bel pubblico, nella ospitale libreria “La gilda dei narratori” di via Ettore Lombardo Pellegrino 23, l’ex presidente del consiglio dall’altissimo consenso, accompagnato dalla senatrice messinese di Italia Viva, Dafne Musolino, e dal deputato nazionale e capogruppo di Italia Viva alla Camera, Davide Faraone, non si è smentito per simpatia.
Quindi prima dell’inizio ha invitato chi era in piedi a “occupare i posti liberi alla sua destra come direbbe Schifani”, e “spostare le macchine parcheggiate male per evitare di essere rimosse dai due carri attrezzi fatti arrivare dal sindaco anche da Taormina”, riferendosi chiaramente a Federico Basile e all’on. Cateno De Luca.
Poi una carrellata, con la sua consueta brillante retorica, che ha toccato i principali temi trattati nel libro, intervallata da stoccate politiche.
Così si sono susseguite: “l’acqua fa morire” del ministro Lollobrigida associata al problema della siccità in Sicilia; l’odio per gli europei del vicepresidente statunitense Vance arrivato dopo aver parlato con Salvini, senza sapere che non tutti sono come lui; i natali della Sicilia a personaggi illustri “ma anche a La Russa”, che – ha lasciato intendere – avrebbe voluto la Musolino nella maggioranza; il progetto per l’intelligenza artificiale in via di sviluppo al CNEL farà paura agli statunitensi quando sapranno che a capo c’è Brunetta.
Ma il cuore del suo discorso – e qui si fa serio – lo dedica alle criticità dovute alle lunghe liste di attesa della sanità trapanese, “il più grande scandalo degli ultimi 20 anni”, in relazione alla quale – ha detto – la sua venuta ha causato la sospensione proprio ieri del commissario Ferdinando Croce.
Ma anche ai noti fatti di cronaca, ai quali ha dedicato più tempo, riguardanti le intercettazioni telefoniche – con un sistema di produzione israeliana utilizzabile solo dai governi -, ad attivisti dell’immigrazione, al sacerdote mattia Ferrari e al giornalista Francesco Cancellato, ritenuti una “questione di democrazia”, per i quali “ non girerà mai la testa dall’altra parte”.
Insomma, per Renzi la presidente Meloni è un’influencer, che – a suo dire – fa tutto ai fini della comunicazione immediata, cavalcando l’onda in maniera effimera, con contenuti ad effetto della durata di un solo giorno.
E dalla Meloni – affonda il leader di IV – “non aspettatevi la verità, perché non la dice” e “chi non ha il coraggio della verità è un influencer”, come ha fatto con la vicenda del torturatore Almasri, lasciato libero dopo la narrazione di voler dare la caccia ai trafficanti di esseri umani “lungo tutto il globo terracqueo” tranne che – ha aggiunto con tono ironico – all’Allianz Stadium di Torino, dove il generale libico aveva assistito alla partita Juventus-Milan.
E non poteva mancare un accenno alla sicurezza d’Europa per la quale si dice favorevole all’aumento della relativa spesa militare che riguarda anche la ricerca, con l’auspicio che “per ogni Euro speso nella sicurezza ci sia almeno un Euro investito per la cultura”.
E anche qui non ha fatto mancare la battuta quando ha detto che per Salvini si può sparare a chi entra in casa propria, mentre a chi lo fa in un altro stato vale “peace and love”.
Il libro – ha detto conclusivamente – incoraggia ad avere speranza nel fatto che l’attuale governo non durerà in eterno – come è successo per il suo, ha chiosato – e che quindi bisogna farsi trovare animati di grande passione, perché – dal momento che “non è più l’economia a governare la politica, ma viceversa” – oggi è possibile cambiare le cose, soprattutto con riferimento alla politica estera, dove “se non sei al tavolo sei nel menù”.
Quindi i due prossimi obiettivi: vincere contro Schifani e vincere contro la Meloni, che “nei suoi mille giorni di governo ha prodotto solamente la norma sui rave party ed i centri per i migranti in Albania.
Senza dimenticare – ha ironizzato – l’istituzione della Giornata nazionale del panettone italiano, dolce che però alle influencer non porta bene.