Non vorremmo stilare un “bollettino di guerra” ma il Comparto Sicurezza e Difesa dell’intero Paese sta ammortizzando i contraccolpi di un surreale periodo storico “post Covid”, senza riuscire a mitigare le tensioni fisiche e mentali e forse il senso di solitudine tra le tante cause, che, talvolta, sfociano in gesti estremi delle risorse umane.
L’Unione Sindacale Italiana Poliziotti (Usip), a livello nazionale, regionale e della provincia di Messina, non intende assistere con atteggiamento impassibile o cinico all’escalation di suicidi che serpeggiano tra le Forze di Polizia e le Forze Armate in quest’ultimo anno e nell’ultimo trimestre ma si configura come parte attiva per contrastare la tragica statistica, partendo dalla proposta di cambiare la legge 121 di 41 anni di storia, lanciata oggi, durante la tavola rotonda nella Città dello Stretto a Palazzo Zanca, al Governo Centrale. Nello scenario di 69 suicidi attestati in tutto il Paese ad oggi e con un aumento del trend nel Corpo della Polizia di Stato che supera il primato del passato riferito alla Polizia Penitenziaria, l’Associazione di categoria ha mosso le acque con il Segretario Nazionale Usip Rosaria Maira – Responsabile Mobbing e Stalking e il Segretario Generale Provinciale e Regionale Usip Maurizio Galati, per trovare una quadra con i parlamentari presenti a questo evento (i Senatori della Repubblica Carmela Bucalo, Dafne Musolino e Antonino Germanà ed il deputato dell’Ars Antonio De Luca) e poter fare rete con gli altri Comparti. Il Sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano e l’Assessore ai Beni Culturali Elvira Amata, assenti “giustificati”: una per motivi familiari e l’altra istituzionali. L’Usip chiede al Ministero competente di rivoluzionare l’Ordinamento troppo vetusto (articolo 48) che interessa la propria struttura amministrativa e da qui si può estendere la proposta di cambiamento anche tra gli altri operatori dello Stato che afferiscono, per esempio al Ministero della Difesa. A portare i suoi saluti il Sindaco del Comune di Messina Federico Basile. “Si continuano a mietere vittime sul campo e, ancora in questa settimana, abbiamo dovuto piangere un altro collega suicida nella provincia di Venezia” – sottolinea la Responsabile Maira. Ad introdurre i lavori è stato il Segretario Galati: “Abbiamo chiesto l’istituzione di una Commissione Parlamentare d’inchiesta sui suicidi – afferma – perché è giunto il momento di comprendere quale male oscuro avvolga uomini e donne in divisa e di agire concretamente. Per quale ragione, improvvisamente, alcuni di loro vedono la morte come unica via d’uscita, addirittura unica amica ed alleata. Forse perché sono perennemente a contatto con la sofferenza altrui? Forse provano frustrazione perché consapevoli di non potere rispondere sempre con immediatezza ai cittadini? Perché non si sentono più tutelati? Il suicidio è solo l’effetto devastante di un malumore che logora l’anima tra le Forze dell’Ordine”.
Il Segretario Maira non le manda a dire e lotta per la prevenzione del problema che non va affrontato solo quando si presenta: “L’importanza di un intervento a livello centrale sul meccanismo che regola il supporto psicologico degli operatori di Polizia e di tutti gli uomini in divisa è fondamentale e improcrastinabile – avverte -. Bisogna fondare un organo di tutela attorno agli operatori delle FF.OO. che li accompagni durante tutto il periodo lavorativo e che permetta a tutti di ritrovare quelle risorse basilari per potere affrontare in maniera serena e seria le criticità quotidiane del nostro lavoro”. “A volte il poliziotto fa anche il prete – incalza la Coordinatrice Usip – perché c’è chi si confessa con noi in tutte le situazioni più incresciose e funeste. Abbiamo riscontrato distanze tra certi vertici dirigenziali e noi quando ci hanno persino suggerito di avere empatia verso i manifestanti in guerriglia urbana”.
Tra le competenze coinvolte anche la parte legale “al quadrato” con l’avvocato dell’associazione “Attivamente” Rosa Nastasi e la cassazionista Maria Claudia Giordano dell’Associazione “Agathos” e quella psicologica con la specialista del settore Valentina Sabino, anche lei dell’Associazione “Attivamente”, che ha stigmatizzato sul cosiddetto “burn out” nelle dinamiche quotidiane di stress nel personale di polizia e militare. Nastasi annuncia le possibili modifiche all’art. 48: l’ufficio sanitario deve essere composto da psicologi specializzati e analisti; l’operatore sottoposto a procedimento deve avere il diritto ad essere assistito da proprio psicologo; il soggetto a cui viene ritirata l’arma deve avere la possibilità di produrre note e memorie a propria difesa. “La norma che aveva un suo perché negli anni Ottanta – puntualizza -, oggi deve essere calata nel nuovo sistema di vita. Deve sempre essere al passo con le mutate esigenze della società e in materia di pubblica sicurezza più che in altri settori. Sabino ricorda che con “Attivamente” – centro psico-giuridico, si interviene divenendo parte integrante di un cambiamento radicale nella gestione e prevenzione del rischio suicidario nella divisa. “Il confronto continuo con la violenza, la morte e l’isolamento (conseguente al distacco dall’ambiente consueto) può accentuare lo sviluppo di un’ideazione suicidaria – spiega la psicologa -. Lo stress è uno dei fattori di rischio per il suicidio. Fondamentali i processi di selezione ed addestramento dei nuovi agenti, nonché un attento monitoraggio ed efficaci programmi di prevenzione ed intervento”. L’avvocato Giordano che prende spesso in carico soggetti che hanno subit0 procedimenti con l’articolo 48 dice: “La categoria dei lavoratori dovrebbe essere quella più protetta mentre i poliziotti, che sono altrettanto lavoratori, vengono trattati come se fossero esterni. Bisogna impostare diversamente il sistema di valutazione di chi subisce le sanzioni. Togliere l’arma significa anche sottrarre la relativa indennità”. Ad incorniciare questa tavola rotonda è stata la convenzione siglata tra il Segretario Generale provinciale Galati e l’Associazione “Attivamente” per il supporto psicologico e legale, che è stato già erogato negli anni da questa realtà sociale alla Segreteria Provinciale nei riguardi di persone disagiate. Si materializza così una gestione di salute preventiva, a cui ci si può indirizzare in modo del tutto anonimo, grazie a dei professionisti. La senatrice Bucalo: “Tra turni massacranti ed una violenza che aumenta sempre di più, lo Stato deve tutelare chi veste la divisa perché chi appartiene alle Forze dell’Ordine non deve sentirsi leso nella sua dignità e non deve avere ripercussioni a livello economico”. Il senatore Germanà: “La sicurezza è uno de punti cardini del nuovo Governo che si è insediato da circa un mese e che tiene all’incolumità delle Forze di Polizia e Armate. Raccolgo con piacere le vostre istanze per portarle sui tavoli di Governo”. La senatrice Musolino: “Ci vuole un approccio multidisciplinare già nella formazione e nella prevenzione della salute mentale. Il cervello non è un organo astratto. Bisogna preparare gli agenti a pensare che la sensazione di disgusto di fronte all’orrore rientrerà nel loro percorso. La Polizia Penitenziaria esercita la professione negli stessi spazi angusti dei detenuti. Noi siamo predisposti ad accettare il cambiamento dell’ordinamento e a farci portavoce dell’Usip al Senato”. Il deputato dell’Ars Antonio De Luca: “Ringrazio l’Usip per aver portato alla ribalta queste sfaccettature poco conosciute. Quindi quello di oggi non è solo ‘Il buio dentro’ (dal titolo della tavola rotonda) ma è anche ‘buio fuori’. Comunicherò ai capigruppo di Senato e Camera dei deputati tutto il disagio che si percepisce nell’articolare questo argomento e state tranquilli che sarò fautore di questa vostra rivoluzione. Un agente, dopo tanti anni di servizio e di esperienza, prova già tanta stanchezza e va aiutato ancora di più”. A coordinare l’evento è stata la giornalista Marcella Ruggeri.
Il Segretario Generale Nazionale Usip, Vittorio Costantini non ha potuto partecipare per motivi di salute e ha delegato un altro Segretario Nazionale, Giuseppe Costantini, che sostiene: “Non voglio generalizzare e non voglio sostituirmi allo psicologo. Ma bisogna intervenire sulla legge 121 per non trattare questi servitori dello Stato come numeri di matricola. Bisogna investire sul Welfare e far sparire tutte le incongruenze dell’articolo 48 e sulla sua disumanità”.