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Fuoco, fumo e paura di un vero disastro ambientale e sanitario, si lotta contro il tempo nel secondo giorno consecutivo nella discarica di contrada Zuppà di Mazzarrà Sant’Andre, con e fiamme che si sono sviluppate ieri pomeriggio in un’area esterna dell’impianto e sospinte dal forte vento verso la vecchia discarica si sono propagate in un tutto l’impianto.

Da due giorni sul sito sono intervenuti elicotteri e canadair via aerea e oltre 35 vigili del fuoco di Messina via terra insieme ad agenti dei carabinieri, polizia locale, protezione civile e l’Arpa per tenere sotto controllo l’area.

Sul luogo da martedì pomeriggio anche il sindaco Carmelo Pietrafitta, per visionare da vicino la situazione. Gli interventi hanno avuto lo scopo di Per neutralizzare le fiamme cercando di spingere più terra possibile alla fonte del fuoco, ma il fumo nero rende queste operazioni davvero difficili.

In giornata la richiesta di intervento di ulteriori canadair ed elicotteri a supporto, così come è avvenuto ieri, con il rischio di un disastro ambientale e sanitario ormai dietro l’angolo. Una ‘bomba ecologica’ rimasta per anni non messa in sicurezza bonificata, oggi spaventa la salute delle comunità di Mazzarrà, Furnari e dell’intero comprensorio.

Intanto ieri pomeriggio è stata indetta una riunione in Prefettura per affrontare gli effetti dell’incendio alla ex discarica di Mazzarrà Sant’Andrea dove ancora oggi ci sono focolai accesi.

Infine il sindaco Pietrafitta ha disposto il divieto di utilizzo di ortaggi e latte prodotti in loco, mentre è stata installata una centralina per monitorare la qualità dell’aria e la presenza di agenti inquinanti.

E nel pomeriggio è arrivata anche la nota del primo cittadino Pietrafitta, con tanto di sfogo contro le istituzioni nazionali e regionali, colpevoli a suo avviso di immobilismo: “Se solo mi avessero ascoltato per tempo… Solo questo è il mio unico ed amarissimo commento. Continuo a ripeterlo tra me e me dal pomeriggio del 25 giugno. Da quando qualche mano ignobile ha appiccato l’incendio in più punti vicini alla discarica e lo stesso ha successivamente lambito la stessa. Sospinto dal vento, il fuoco ha divorato il telo superficiale e poi ha bruciato l’intero versante dei rifiuti abbancati nella ex discarica comprensoriale di contrada Zuppà. Ho dovuto assistere in questi anni ad un continuo, estenuante ed incomprensibile scaricabarile ed a giochi rimbalzo di responsabilità. Agevolati, peraltro, da previsioni normative che sembrano essere state concepite solo per restare sulla carta, senza mai poter avere un qualche effetto o applicazione di ordine pratico.

Da anni avevo contribuito a lanciare l’idea della salvaguardia e bonifica del sito attraverso la riattivazione dell’impiantistica a valle della discarica. Ma, nonostante l’evidente coerenza del progetto e la sua necessità e convenienza per un intero comprensorio che è totalmente sprovvisto di detti servizi essenziali, fino ad oggi siamo ancora ad attendere i pareri dei funzionari regionali.

Sono passati ben tre anni e mezzo da allora!!! E la sapete una cosa? La legge stabilisce che questi pareri andrebbero resi al massimo entro 60 giorni. Dettaglio non di poco conto.

Il risultato, ad oggi, è che siamo rimasti inesorabilmente fermi al punto di partenza, quasi come ad attendere un disastro annunciato che poi, puntualmente, si è materializzato sotto i nostri occhi.

E’ veramente struggente vedere che tutto va in fumo sapendo che, da decenni, la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea risulta inserita nel Piano Regionale di Bonifica delle discariche e successivamente anche nell’elenco dei siti orfani del MISE e che per la bonifica del sito erano già stati destinati circa 12 milioni di Euro con risorse a carico del PNRR.

L’esempio di una pubblica amministrazione elefantiaca, che non riesce a dare soluzione concreta alle necessità del territorio, oggi è posto dinnanzi a noi tutti e comincio a pensare, purtroppo, che nemmeno questo nefasto incidente servirà a dare decisivo impulso alle auspicate soluzioni ed ai più volte sollecitati interventi che recentemente erano stati rivolti anche alla Protezione Civile per l’attuazione di misure urgenti di protezione e salvaguardia ambientale.

Di fronte alle fiamme che ardono la massa dei rifiuti che tutti i Comuni della Provincia di Messina, per ordine diretto e formale della Regione, della Prefettura o della stessa Provincia Regionale, hanno depositato per anni nel territorio del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, non posso fare altro che chiedermi dove sono oggi coloro che hanno autorizzato gli abbancamenti e cosa hanno da dire oggi tutti coloro che finora hanno saputo solo fare conciliaboli e riunioni senza mai giungere a soluzione di un problema rispetto al quale l’unica vittima predestinata è la comunità di Mazzarrà Sant’Andrea unitamente a quella di Furnari e degli altri paesi limitrofi che continuano e continueranno, ancora chissà per quanto tempo a subire soprusi, ritardi, ripensamenti e rinvii senza mai addivenire a nulla di risolutivo.

Oggi mi sento deluso dalle Istituzioni e, soprattutto, da quegli apparati che, nonostante le interlocuzioni, i solleciti o gli avvertimenti, sono rimasti sempre sordi ed indolenti, come se il problema non li riguardasse. O forse perché, se anche fosse scoppiata la bomba ecologica, ciò sarebbe comunque avvenuto fuori dal loro giardino… e solo a casa dei mazzarresi. Di contro, voglio rivolgere un sincero ringraziamento al Prefetto di Messina, dottoressa Cosima Di Stani, per la sempre viva attenzione rivolta alla questione ambientale che riguarda Mazzarrà Sant’Andrea e l’intero comprensorio”.