Oggi, vorrei riflettere assieme a voi su un fenomeno che per alcuni versi sembra spaventarci ma che io, invece, considero una grande risorsa culturale, sociale, religiosa, economica ed antropologica. Mi riferisco alla questione degli immigrati.
Spesso siamo soliti accostare tale fenomeno a quello della microcriminalità, a quello della violenza in generale e mai pensiamo che la loro presenza possa essere di supporto per noi, per la nostra cultura, per la nostra economia, per il nostro Paese.
La diversità, forse, spesso, può fare paura. Abbiamo paura di tutto ciò che non conosciamo e di ciò che non siamo capaci di gestire e di sottomettere al nostro volere.
Non siamo abituati a farci guidare dagli eventi, ad osservare la diversità come risorsa e a sposarla, a farla nostra. Vedete il fenomeno dell’immigrazione è assai articolato e complesso.
Esso è il trasferimento permanente o temporaneo di singoli individui o di gruppi di persone in un paese o luogo diverso da quello di origine; il fenomeno è l’opposto dell’emigrazione.
Si possono includere le migrazioni di popolazioni tra paesi e i movimenti interni ad un paese, l’immigrazione è uno dei fenomeni sociali mondiali più problematici e controversi, dal punto di vista delle cause e delle conseguenze. Per quanto riguarda i paesi destinatari dei fenomeni migratori (principalmente le nazioni cosiddette sviluppate o in via di sviluppo), i problemi che si pongono riguardano la regolamentazione ed il controllo dei flussi migratori in ingresso e della permanenza.
Il fenomeno dell’immigrazione è un tema associato a quello dell’aumento della delinquenza e della criminalità. Per quanto riguarda l’Italia, tuttavia, delle ricerche econometriche hanno dimostrato che non c’è alcun nesso fra immigrazione e criminalità. I due fenomeni sono entrambi attratti dalla ricchezza, e quindi possono intensificarsi contemporaneamente nelle zone ricche, senza però che l’una causi o favorisca l’altra.
L’immigrazione può contribuire a risolvere problemi come sovrappopolazione, fame, epidemie e povertà nel Paese di origine. A livello politico, i Paesi di origine e di destinazione possono stringere accordi bilaterali che prevedono flussi migratori programmati e controllati, per rispondere a esigenze di manodopera del Paese di destinazione, a problemi di sovrappopolazione del Paese d’origine, compensati da altri aspetti come uno scambio di materie prime ed energia. Un accordo di questo tipo può prevedere la fornitura di materie prime e manodopera in cambio di prodotti finiti ed investimenti nell’industria e in infrastrutture nel Paese fornitore.
Le cause dell’immigrazione.
La causa del fenomeno dell’immigrazione può trovare origine in motivazioni:
- economiche (per sfuggire alla povertà, per cercare migliori condizioni di vita);
- lavorative(per trovare un impiego, per migliorare il proprio posto di lavoro);
- motivazioni politiche(dittature, persecuzioni, soprusi, guerre, genocidi, pulizia etnica);
- di tipo religioso(impossibilità di praticare il proprio culto religioso);
- derivate da disastri naturali(tsunami, alluvioni, terremoti, carestie);
- personali (scelta ideologica, fidanzamento con un partnerresidente in un altro paese);
- di tipo sentimentale(riunificazione familiare);
- di tipo criminale: (a) fuga (per sfuggire alla giustiziadel proprio paese, per evitare un arresto); (b) attrazione (per ottenere risultati migliori dalla propria attività malavitosa);
- per istruzione(per frequentare una scuola e conseguire un titolo di studio, garantire ai propri figli un’istruzione più approfondita, apprendere una lingua straniera).
- in maniera forzata, dove chi migra è vittima della tratta di esseri umani.
La legislazione in materia:
Le legislazioni dei Paesi UE pongono l’autonomia economica dell’immigrato come una condizione necessaria per avere un permesso di soggiorno e poi la cittadinanza. L’immigrato viene espulso se non dimostra di avere un lavoro regolare o qualcuno che possa dargli un sostentamento economico, condizioni per ottenere un regolare permesso di soggiorno.
Una prima eccezione a questo principio riguarda quanti sono vittime di persecuzioni politiche o religiose, provengono da dittature e Paesi in guerra. Il diritto internazionale prevede che in questi casi sia riconosciuto il diritto di asilo, l’assistenza sanitaria e le cure di primo soccorso. A qualsiasi persona, pure clandestina, si applica quanto sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. La norma si presta anche a degli abusi, essendo difficile provare la nazionalità di un clandestino che chiede asilo politico, e se questi ne ha effettivamente diritto.
I flussi di immigrazione clandestina vengono combattuti con accordi bilaterali con i Governi e le polizie dei Paesi di origine, in termini di esercitazioni e operazioni congiunte, condivisione di uomini, risorse, informazioni. Sul piano non repressivo, si combatte con accordi commerciali e di interscambio che favoriscano gli investimenti esteri, la crescita economica e del livello medio di istruzione, un mercato di sbocco alla produzione dei Paesi più poveri.
Il Parlamento europeo ha approvato, il 20 novembre 2008, l’introduzione di una carta blu sul modello della green card americana, che avrà lo scopo di attirare in Europa immigrati qualificati provenienti dai paesi terzi e ciò secondo una tabella standard di qualifiche applicabile discrezionalmente dai singoli Stati membri. Oltre alla carta blu, il Parlamento europeo ha adottato la cosiddetta “direttiva sanzioni” che prevede l’applicazione di multe e di sanzioni penali ai datori di lavoro che impiegano immigrati irregolari.
In conclusione vorrei completare questa mia riflessione sul fenomeno dell’immigrazione evidenziando che la diversità e l’inter-cultura sono solo una risorsa da promuovere e non una malattia da debellare!
Salvatore Bucolo