EDITORIALE.
di Alfredo Anselmo
Pensavamo di avere toccato il fondo con il “Qua Qua Dance” ballato da John Travolta ma al peggio non v’è mai fine… ed ecco che, nella serata delle cover, una fra le più belle di sempre per alcune esibizioni meravigliose, alla fine in testa alla Top Five si materializzano quattro signori (?) vestiti di nero capitanati dal boss (solo della musica, ci auguriamo…) Gigi D’Alessio e l’Onnipotente… tal Geolier, che fino a ieri in pochi conoscevano. O forse no…
Va bene (si fa per dire…) che i giovani di oggi amino la musica neomelodica napoletana; va bene (si fa sempre per dire…) che la RAI e Amadeus abbiano deciso di dare la vetrina a questo artista (?) e probabilmente farlo vincere in barba al televoto, col quale prendono per il culo milioni di italiani…
Però, però…
… va male, molto male, che questi quattro sgherri vincano superando la storia della musica italiana interpretata magistralmente da vari artisti (questi artisti veri, sì) e citiamo, in ordine sparso, esibizioni che resteranno fra le più belle viste negli ultimi anni al Festival di Sanremo: il giovanissimo Alfa insieme al maestro Vecchioni in una magistrale “Sogna ragazzo sogna”; Diodato con Jack Savoretti che rendono omaggio all’immenso Faber tramite la delicata interpretazione di “Amore che vieni, amore che vai”; Irama che si misura con il “mostro sacro” Riccardo Cocciante nella struggente “Quando finisce un amore”; i Santi Francesi nobilitati dell’incredibile voce di Skin nell’Hallelujah di Cohen; Angelina Mango che regala, forse, l’emozione più grande della serata, la sua “Rondine” vola da papà Pino e… lo fa sicuramente felice. Potremmo continuare ancora, ma ci fermiamo.
Noi, come molti altri, oggi constatiamo che Sanremo è giunto al capolinea, che Mamma Rai ha perso totalmente la propria dignità e stasera non vedremo la serata finale.
Ma magari si fermasse tutto ad una canzonetta… purtroppo oggi viviamo una triste conferma per la nostra società: siamo alla frutta! Che vinca pure Geolier… oggi perde l’Italia.