di A. Anselmo e F. Barca.
È morto Maradona! Il mondo del calcio piange la scomparsa, a soli 60 anni, di colui che insieme all’altrettanto immenso Pelè, è la Storia dello sport probabilmente più amato e seguito al mondo. Una morte improvvisa che ha gettato nello sconforto una nazione intera, l’Argentina, che gli ha tributato gli stessi onori di Evita Peron con una camera ardente alla Casa Rosada ed una città intera che sta dall’altra parte del pianeta, Napoli, il cui stadio San Paolo verrà a lui intitolato.
Maradona ha rappresentato il rilancio sociale e nazionale dell’Argentina e della città di Napoli, campione simbolo di un’epoca in cui il calcio era attaccamento alla maglia, valori, sudore e passione. Talento puro, partito dai campi fangosi e polverosi della terra Argentina, unico figlio maschio, il pupillo del padre che gioì con lui delle sue magie e dei successi mondiali con la Celeste e con il Napoli che, squadra da metà classifica, vinse due campionati nel 1986 e nel 1990.
Magnifico il film ‘Diego Maradona’ con la regia di regia di Asif Kapadia, straordinario focus sulla vita di Diego e sul campione Maradona, due identità unite ma distinte: una sensibile e generosa, ma debole e facile preda delle tentazioni, l’altra fatta di innato talento puro, il più forte nel dribbling e nella fantasia. L’artista del calcio, paragonabile a Michelangelo o Leonardo nell’arte. Alti e bassi che sono il marchio di fabbrica di Diego Armando Maradona, accolto da 65mila persone a Napoli quando arrivò nel 1985, e che andò o quasi scappò, odiato da tanti italiani dopo Italia ’90, con la crisi da calciatore, la droga, le inchieste in odor di camorra. Ma nessuno può permettersi di dare giudizi sugli uomini, ‘Chi non ha peccato scagli la prima pietra’ disse Gesù. Nessuno è perfetto e lo sappiamo tutti. Non lo sanno o fanno finta di non saperlo coloro che in queste ore stanno spargendo odio sul campione argentino.
Ci soffermiamo, ancora una volta sui social che anche davanti ad una tragica notizia, senza rispetto alcuno per la morte, mostrano il loro volto peggiore. Abbiamo letto veramente di tutto, da chi accosta la morte di Maradona alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne sottolineando come Diego sia stato violento e quindi… sarebbe punito non si sa da chi con la morte proprio in coincidenza con la suddetta ricorrenza, a chi ricorda che dovremmo pensare ai nostri morti per Covid-19, a chi arriva a pubblicare foto di Maradona nudo con altre donnine nude a far baldoria, a chi infine pubblica in rete una foto che immortala la salma di Maradona nella bara e due addetti alle pompe funebri che fanno il segno dell’okay in uno squallido selfie che effettivamente è un insulto alla decenza e andrebbe duramente punito. E non è finita… addirittura due giornalisti partecipano a questo linciaggio mediatico di un defunto. Alessandro Sallusti, Direttore de ‘Il Giornale’, scrive: “Un imbroglione, drogato, alcolista, sessista violento con le donne e pure comunista cioè il peggio del peggio del peggio…. l’ unico pregio, non irrilevante, saper giocare a pallone da Dio…”. E riecco Vittorio Feltri: “… senza quella vita dissennata sempre al massimo non sarebbe diventato ciò che è diventato” cioè “il migliore perché il peggiore”.
Vogliamo chiudere in bellezza ed allora non possiamo che coprire le cose negative con la bellezza dell’amore per questo immenso giocatore di pallone da parte di una nazione lontana, ma vicina per tanti motivi a noi, l’Argentina e da parte di una città che si identifica col proprio idolo, Napoli. Non giudichiamo nessuno, per quello c’è qualcuno Lassù che ci penserà… noi amiamo il nostro Campione Diego Armando Maradona che ci ha donato magie calcistiche e non solo… non è stato un semplice calciatore bensì un uomo che ha fattivamente contribuito al riscatto di tanta gente che voleva solo emozionarsi e sentirsi vincente.
Ciao ‘Dio del Calcio’, perdona le miserie social degli ‘umani’!
ECCO IL TRAILER SU ‘LA STORIA DI DIEGO ARMANDO MARADONA E DEGLI ANNI PASSATI AL NAPOLI: IL CAMPIONE, IL MITO, L’EROE CADUTO’, assolutamente da vedere per conoscere ed approfondire meglio l’uomo prima e il campione dopo.