Condividi:

Un inno d’amore alla madre che non c’è più. Il tempo passa ma l’immagine della donna rivive ogni giorno nell’animo del poeta il quale, travolto da un turbinio di emozioni alterna tristi stati d’animo ad altri più sereni. Sempre vivo è il ricordo dei consigli, delle abitudini e di tutti gli insegnamenti ricevuti, spesso ai tempi incompresi. Forte permane il desiderio di poter riabbracciare la tanto amata madre e ascoltare ancora le sue parole. Il libro si avvale di una ampia prefazione critica del letterato e docente universitario messinese Giuseppe Fontanelli e di una nota dello scrittore siciliano Roberto Alajmo.

“C’è, nel lutto, un lutto ulteriore. Un lutto che va oltre la contingenza del lutto. Un lutto a lento rilascio. Quel lutto che quando finisce di bruciare insopportabilmente continua a insopportabilmente bruciare: solo che il resto del mondo smette di farci caso. Rimane allora a un figlio, a questo figlio, un archivio abbandonato di memoria con cui fare i conti giorno dopo giorno. Esplorando questo archivio il figlio scopre che il dolore per la perdita della madre non finisce, semmai si trasforma. L’archivio diventa un labirinto privato dove dietro ogni angolo si trovano insegnamenti, consigli, abitudini che sul momento risultavano incomprensibili, ma che col tempo prendono luce e luce restituiscono. Ogni angolo di questo labirinto è una fitta, ma ogni fitta si trasforma in un sorriso fra le lacrime. In questo labirinto della memoria consiste il senso della letteratura. In questo labirinto consiste il senso di questo libro”.
Roberto Alajmo

“Nuccio Anselmo approda alla poesia; e già la duttile strategia elencativa dell’Avvertenza, che fa da incipit a Parlami madre, ci dice il senso di una nozione di vita professionale che ha altri fermenti, altre, e più intime, racchiuse sedi di appartenenza. Un quadro, quello dell’avvio, con la sua specifica, scandita e contornata iscrizione: “Sono solo un cronista. Mi porto appresso i morti che ho scritto e i funerali che ho visto”. Una dichiarazione e una rassegna di esperienze in cui già il racconto ha modalità che lasciano trasparire sufficientemente, sin da subito, altra consonante durata. Si tratta della reciprocità di richiami che denotano il passaggio alla parola poetica; e il posto assegnato a un segno di privilegio, un annuncio, qual è quello della morte della madre, rispetto alle varie forme di una quotidianità che è lì a dire, però, tutta la sua straordinaria, drammatica impellenza. A sottolineare che l’intonazione pure alta di cui è portatore, da qui in poi, il motivo dominante della madre (“Parlami madre prendi il vocabolario/e pronuncia infinitamente/qualcosa che sia commestibile….”), ha spessori, latitudini, zone di silenzio e rumori – ‘schianti’, ‘fragori’, li definisce Anselmo – che purtuttavia sono all’interno di tale svolta; e ne divengono, per filiazione diretta, i necessari, antecedenti simulacri”.
Giuseppe Fontanelli
Nuccio Anselmo oggi è vice capocronista della Cronaca di Messina e redattore di cronaca giudiziaria del quotidiano siciliano-calabrese “Gazzetta del Sud”. Nel corso degli ultimi vent’anni si è occupato di tutti i più importanti fatti di cronaca nera e dei processi celebrati in Sicilia e a Messina. Ha seguito numerose inchieste e diversi maxiprocessi alle cosche mafiose della Sicilia, di Messina e della provincia peloritana, tra cui quelli sulla trattativa Stato-Mafia, su Cosa nostra barcellonese, per l’uccisione del giornalista Beppe Alfano, per l’omicidio della povera Graziella Campagna, trucidata da Cosa nostra, per l’omicidio del prof. Matteo Bottari a Messina. Ha raccontato per il suo giornale l’attività della Commissione Parlamentare Antimafia e centinaia di fatti di cronaca. Ha collaborato per diversi anni con il quotidiano “Il Messaggero” di Roma e con l’agenzia Ansa. Per il suo giornale scrive anche di archeologia e storia cittadina, e cura la pagina settimanale “Cultura e Spettacoli in Sicilia”. Ha scritto alcuni saggi riguardanti l’organizzazione mafiosa in Sicilia, l’ultimo in ordine di tempo è “La mafia dei pascoli” (Rubbettino Editore, 2019), sulle truffe agricole all’Unione Europea messe in atto dai clan mafiosi dei monti Nebrodi. E’ stato segretario regionale dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia.

La casa editrice, nata a Messina, nel 2009, con l’idea di dare spazio e luce a talentuosi autori e di valorizzare il piacere della lettura esplorando e proponendo diversi generi letterari, La Feluca Edizioni si è gradatamente inserita nel settore editoriale per poi affermarsi grazie alla valorizzazione di scrittori dotati di genio artistico e alla realizzazione di innovative iniziative culturali. Negli anni la casa editrice ha preso parte a diverse fiere e manifestazioni nazionali e internazionali, portando avanti le proprie idee. È stata ospite di programmi tv suscitando interesse da parte degli addetti ai lavori e ha organizzato diversi concorsi letterari. L’azienda ha attualmente all’attivo sei Collane di riferimento per narrativa, poesia e saggistica. Consapevole del piacere della lettura del libro cartaceo e del rispetto della natura, La Feluca Edizioni utilizza esclusivamente carta riciclabile certificata “amica delle foreste”. Con uno sguardo orientato al futuro, già da diversi anni tutte le pubblicazioni della casa editrice vengono messe in commercio anche in formato digitale e-book. La Feluca Edizioni è in costante crescita e diverse sono le novità in cantiere.