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Deludente risultato elettorale del Movimento 5 Stelle alle regionali in Liguria che mettono in evidenza lo scontro interno in atto da settimane, tra il Presidente Giuseppe Conte e il fondatore e garante Giuseppe Grillo.

Dalle analisi del voto in Liguria, in cui M5S non riesce a raggiungere la soglia del 5%, Giuseppe Conte lancia delle accuse al fondatore e garante Giuseppe Grillo, certificando lo scontro fratricida all’interno del Movimento, che ormai dura da diverse settimane e che molto probabilmente non si fermerà fino alla sconfitta definitiva di uno dei due contendenti.

Gli scarsi risultati ottenuti dal Movimento in questa tornata elettorale, non sono altro che l’ultima sconfitta per il Presidente Conte, che riesce a piazzarsi sotto gli alleati di AVS. In caduta libera dalle politiche del 2022, dove raggiunge un buon 15%, ma che diminuisce alle europee del 2024 (circa il 10%).

La Liguria conferma il trend negativo del Movimento che probabilmente risente della crisi interna, nonostante i parlamentari di vertice cerchino di salvare la faccia riconducendo i risultati delle politiche al voto di opinione, che non ottengono alle regionali e a tutte le altre competizioni, tornate in cui il movimento ha sempre faticato nella formazione delle liste e nella ricerca delle preferenze nei territori. (i candidati non devono essere rappresentativi dei territori? O basta il voto di opinione sul simbolo?)

Conte non si nasconde e si assume le responsabilità dei risultati elettorali, ma non fa sconti al garante accusandolo di essere responsabile di questi risultati per questa sorta di “guerra interna”, che sicuramente non porta benefici al Movimento. Arriva una risposta al vetriolo da parte del garante: “Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo” , con la quale si fa riferimento alle parole dei giorni precedenti che si riferivano all’estinzione del M5s alle quali in Liguria si aggiunge il tradimento del gregge (elettori 5s).

Come ben noto, Grillo non ha votato per le regionali in Liguria, e per Patuanelli questa sua “Opera di sabotaggio” ha pesato sul risultato. Quindi il consenso di Grillo è ancora fondamentale alla sopravvivenza del Movimento?

Cosa accadrà alla Costituente di fine novembre, dove si metterà ai voti il simbolo e il nome del M5s, che Grillo e i suoi fedelissimi, a partire dall’ex Ministro Toninelli, vogliono riporre in soffitta?

Verrà meno il sostegno dei parlamentari eletti sotto la presidenza Conte e quindi “scelti” da lui stesso in questa lotta contro i “grillini” di antica memoria?

Nel frattempo si serrano i ranghi per evitare altre cocenti sconfitte alle regionali in Umbria ed Emilia Romagna, dove nei prossimi giorni pare che Conte si recherà per partecipare direttamente alla campagna elettorale.