Un incontro- seminario di fondamentale interesse e rilevanza, per gli addetti ai lavori e non, alla luce delle tematiche trattate, nell’aula del cineforum di Castell’Umberto organizzato dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti, approvato dalla pertinente commissione del Ministero dell’Università e della Ricerca e patrocinato dal comune nebroideo.
Alla base del convegno di particolare importanza ed attualità un focus, sui rapporti intercorrenti tra deontologia professionale e gestione degli uffici stampa negli Enti locali e tra diritto alla riservatezza e diritto all’informazione.
Si è parlato degli uffici stampa e della legge 150 del 7 giugno 2000 sulla comunicazione e trasparenza e il nuovo e corretto modo di comunicare delle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici, ad oggi totalmente inapplicata in Sicilia dalla stragrande maggioranza delle amministrazioni locali, dove persino la Regione, guidata dal governo Rosario Crocetta, è priva di un Ufficio stampa.
In apertura del seminario, il vicepresidente dell’Odg nazionale, Santino Franchina, ha dichiarato che sul tema degli uffici stampa, “stiamo procedendo con le denunce con chi firma comunicati senza essere giornalisti. Il problema è che la legge 150/2000 non viene applicata e interpretata malamente dagli enti comunali e regionali. Certo i bilanci non sono buoni ma non è questa la causa. Bisogna spezzare una lancia per i comuni piccoli con meno di 10mila abitanti. Ad esempio, – ha spiegato Franchina – il caso di Patti dove era stato costituito ed è stato tolto, in quanto le amministrazioni negli anni non hanno destinato le giuste voci di bilancio. La legge 150/2000 doveva essere un toccasana per i giornalisti, – ha esclamato il vicepresidente Odg – migliaia potevano trovare lavoro, ma purtroppo ad oggi non è stato così. I sindacati insieme all’Odg si stanno impegnando in tal senso. A mio giudizio dove ci sono i comuni con meno di 10mila abitanti ci si potevano consorziare ai fini dell’ufficio stampa ma purtroppo così non è avvenuto. Inoltre la figura del portavoce – chiarisce Franchina – non può fare il giornalista, in quanto lederebbe la propria autonomia, uno dei pilastri fondamentali della nostra professione. Il giornalista degli uffici stampa non può assumere nessun ruolo o altra collaborazione che possano entrare in conflitto con la sua posizione”.
Inoltre si è dibattuto anche dell’importante e delicato tema della ‘riservatezza’: “Il giornalista sia pubblicista che professionista non è obbligato a dire i propri informatori ma ha obbligo di raccolta e registrazione dei dati e deve rispettare le norme sulla privacy”.
Inoltre si è fatto il punto anche della Carta di Treviso e del rispetto nel trattamento di notizie e immagini riguardanti i minori, dove vige la massima delicatezza, mentre molto spesso i media nazionali soprattutto le tv, trasgrediscono tutte le norme in merito, in nome del sensazionalismo e dalla ‘tv del dolore’. “Il caso di Barbara D’Urso è il più emblematico, – evidenzia Franchina – denunciata per esercizio abusivo della professione dall’Odg e subito dopo lei si è dimessa dall’ordine, quindi a questo punto non sappiamo come perseguirla”.
Focus anche sulla ‘Carta dei Doveri del giornalista’, punto di riferimento per tutti gli iscritti all’Ordine e le norme dei doveri presenti nella Carta di Roma e di Firenze. A riguardo, il giornalista che opera negli uffici stampa dovrebbe attenersi ai principi del diritto-dovere di informare e comunicare ai cittadini. “Nelle strutture pubbliche che private, il giornalista è tenuto a separare nettamente il proprio ruolo rispetto ad ogni altro ambito. Fondamentale è che il capo ufficio o addetto stampa siano iscritti all’Ordine dei giornalisti nazionale tra i pubblicisti o professionisti”.
Il sindaco di Castell’Umberto, Vincenzo Lionetto Civa, ha tenuto a difendere l’operato degli enti comunali, specie le scelte della sua amministrazione, riguardo al tema degli Uffici stampa. “Noi da parte nostra non percepiamo nemmeno l’indennità di carica e attendiamo alcuni pagamenti regionali dall’anno scorso, – risponde così il sindaco a qualche critica in aula – quindi non ci sono sperperi nelle amministrazioni. Il vostro ruolo è fondamentale, – dichiara Lionetto Civa – ma a mio parere lo Stato si deve impegnare affinché obblighi ad avere tale figura nelle amministrazioni come punto di riferimento certo nell’istituzione. La realtà vera, è che chi sta sopra di noi purtroppo sembra che non abbia la volontà politica di impegnarsi in tal senso. Inoltre si deve parlare della questione dell’autonomia o imparzialità, tema di grande rilevanza che può essere sempre inficiata da pressioni esterne. I giornalisti devono cercare di informare con assoluta verità”.
Intervenuto anche il giornalista professionista, Nuccio Carrara, che ha parlato della sua esperienza sul tema: “Quando fui nominato nella Commissione degli Uffici stampa a Roma, prevalse la linea della burocrazia, allora provammo a proporre una legge ad hoc con tutti i crismi ma purtroppo non fu mai applicata. In Sicilia è stata istituita la legge del portavoce, figura che fa gli interessi del sindaco e giunta e che molto probabilmente non è nemmeno giornalista. La triste verità è che la politica e la burocrazia non vogliono l’Ufficio stampa”.
In conclusione di Seminario, il vicepresidente Santino Franchina, ha chiuso i lavori con un messaggio sintetico e assai significativo riguardo al ruolo del giornalista: “Ritengo che la deontologia ci può dare delle valide indicazioni, ma servono a poco se il giornalista al contempo non ha una propria coscienza e una propria morale nel perseguire la sua professione”.