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Un pari con rimpianti per i giallorossi di mister Moschella che conquistano solo un punto sul campo di Merì, a coronamento di una gara dai due volti.

Primo tempo a chiare tinte igeane: doppio vantaggio grazie alle reti di Leo e Paludetti e pieno controllo del gioco, con netta supremazia territoriale. Ripresa di marca locale nei primi 25 minuti: Paludetti chiama all’intervento prodigioso D’Amico dopo un paio di minuti e sarebbe stato il colpo del ko, poi due leggerezze difensive spianano la via del pareggio al Merì. Dapprima Cariolo e poi Brigandì puniscono Foti spostando l’inerzia della gara dalla parte dei padroni di casa. L’Igea, superati quindici minuti di appannamento, riconquista campo e convinzione e stringe d’assedio gli avversari sulla loro trequarti, senza tuttavia trovare il guizzo vincente. Il pareggio lascia l’amaro in bocca perché l’Igea ha i mezzi per chiudere queste gare.

Ma il 2-2 finale insegna anche cosa è il campionato di Promozione: agonismo, ostruzionismo e direzioni arbitrali approssimative se non inadeguate.

In una nota la società spiega il rammarico anche nei confronti della terna arbitrale, oltre a capire che non sarà un torneo semplice: “Non è piaciuta la gestione dei cartellini del signor Lo Surdo, che nel primo tempo sembrava averli scordati negli spogliatoi e nel secondo tempo li ha estratti a iosa, a volte anche con eccessiva fiscalità. Non è piaciuta neppure la gestione dei minuti finali, nei quali si è giocato pochissimo a calcio in un clima di estremo nervosismo.

I novanta minuti di Merì confermano ciò che sapevamo: ogni gara sarà una battaglia, nervosa e fisica ancora prima che tecnica e tattica”.