È stata una grande opportunità per tutti gli alunni della scuola secondaria di 1° grado “Foscolo”, i docenti e il Dirigente Scolastico Prof.ssa Felicia Maria Oliveri poter incontrare nella mattinata di ieri, venerdì 6 maggio 2022, in videoconferenza – in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Peppino Impastato e delle stragi di mafia di Capaci e Via D’Amelio in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino – l’ingegnere Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo Borsellino, e il giornalista antimafia Savino Percoco, entrambi promotori del “Movimento delle Agende Rosse”, associazione che da anni porta avanti con passione e determinazione la ricerca di verità sui mandanti ancora nascosti degli attentati del ’92 in cui, oltre ai due magistrati, trovarono la morte anche i giovani poliziotti delle scorte e di cui non vanno dimenticati i nomi: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
L’incontro – organizzato nell’ambito del progetto Legalità coordinato dalla prof.ssa Michaela Munafò grazie al supporto della prof.ssa Michela DiDio, docente presso lstituto Tecnico “Majorana” di Milazzo – ha visto dapprima il Dirigente porgere il benvenuto agli autorevoli ospiti e poi gli stessi approfondire con gli alunni, attenti e interessati, il racconto della lunga battaglia per la legalità e la verità che permea il loro impegno quotidiano. Salvatore Borsellino, in particolare, ha ricordato non solo la sua giovinezza e gli studi di ingegneria a Palermo, in una città ferita dalla guerra tra le cosche e dalle infiltrazioni mafiose nella vita pubblica, clima che ne hanno determinato la decisione di trasferirsi a Milano per poter svolgere la sua professione mentre suo fratello intraprendeva la strada della magistratura, ma ha anche citato alcune delle frasi più significative attribuite a quest’ultimo, come quella scelta dal “Movimento Agende Rosse” per il messaggio di fiducia e amore che trasmette. “Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla: perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare”: è questo “il sogno di Paolo” che, su desiderio della madre, ha portato negli ultimi trent’anni i fratelli Salvatore e Rita ad andare dovunque li avessero chiamati per parlare di lui e non fare morire il suo sogno di cambiare Palermo per “amore”.
Un momento di ricordo è stato poi dedicato da parte di Savino Percoco a Peppino Impastato e Rita Atria, giovani nati entrambi in ambienti mafiosi ma capaci di rompere i legami familiari e intraprendere la strada della giustizia e della legalità, per quanto difficile e rischiosa. Numerose sono state nell’ultima parte dell’incontro le domande poste ai relatori dagli alunni delle varie classi, toccando sia ricordi personali che dubbi investigativi ancora aperti, opinioni sulla situazione attuale della lotta alla mafia o sulle difficoltà incontrate dal Movimento nella sua ricerca di verità. Precise e attente le risposte, soprattutto quelle espresse da Salvatore Borsellino, che ha parlato in modo diretto al cuore dei ragazzi per infondere fiducia e ottimismo e per realizzare grazie a loro “il sogno d’amore del fratello Paolo”, il quale riponeva le sue speranze proprio nelle giovani generazioni, le sole capaci di assaporare il “fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
Un messaggio importantissimo, quindi, e un invito a “compiere ognuno sempre e comunque il proprio dovere” che gli alunni non dimenticheranno sicuramente, così come ricorderanno l’incontro con un uomo che ha saputo fare della cultura antimafia la sua stessa ragione di vita.