Il coordinamento di Forza Italia presieduto da Gianluca Sidoti e Domenico Crinò insieme ai consiglieri Tommaso Pino, Lidia Pirri e Carmelo Pino, nella conferenza indetta lo scorso fine settimana hanno attaccato l’attuale Amministrazione comunale guidata dal sindaco Pinuccio Calabrò per il “nuovo buco di bilancio dell’ente, di circa 6 milioni di euro, accumulato negli anni compresi fra il 2023 e la prima trimestralità del 2025, ovvero nel periodo successivo alla dichiarazione di dissesto comunicata dall’amministrazione Calabrò”.
“L’esigenza di convocare questa conferenza stampa nasce principalmente dall’aver appreso, qualche giorno fa, – spiega nel suo lungo intervento il capo-gruppo Tommaso Pino – durante il quotidiano lavoro di controllo svolto in qualità di consiglieri comunali di FI, la notizia dell’esistenza di un nuovo buco di bilancio dell’ente, di circa 6 milioni di euro, accumulato negli anni compresi fra il 2023 e la prima trimestralità del 2025, ovvero nel periodo successivo alla dichiarazione di dissesto comunicata dall’amministrazione Calabrò.
Ma quello che ci ha definitivamente persuasi a indire questa conferenza stampa è stata la tanto clamorosa quanto paradossale risposta del Sindaco Calabrò che, replicando ad un articolo pubblicato su un quotidiano locale che riportava la notizia suddetta, dichiarava testualmente “sebbene il disavanzo evidenziato (quello dei 6 milioni di euro) rappresenti una sfida, certamente non causata da questa amministrazione, siamo ugualmente, per via della cosiddetta continuità amministrativa, determinati a introdurre tutte le misure correttive”
Ora appare davvero incredibile come il Sindaco, sebbene sia sempre molto abile a scrollarsi di dosso ogni responsabilità, riesca financo a sostenere che il buco di 6 milioni di euro generato negli anni 2023, 2024 e 2025, non sia attribuibile alla sua persona, dal momento che negli anni compresi fra il 2023 e il 2025 ad amministrare non c’ero certamente io ma c’era lui con il suo gruppo di assessori, e il gruppo di riferimento dell’On. Galluzzo con gli altri rispettivi assessori.
E allora, di fronte a queste dichiarazioni non si può certo rimanere indifferenti. Per questo motivo, intendiamo fare chiarezza, nel modo più lucido e obiettivo possibile, sulle vere ragioni che hanno portato al dissesto (di fatto un fallimento dell’Ente) dichiarato nell’anno 2023, e sulle cause che hanno generato un ulteriore buco di 6 milioni di euro negli anni successivi, buco che porterà verosimilmente ad un nuovo dissesto, senza che vi sia la minima possibilità di vedere la luce in fondo al tunnel, almeno in tempi brevi.
Per prospettare un quadro chiaro della situazione, è necessario fare un passo indietro. L’amministrazione Calabrò, insediatasi nell’ottobre del 2020, decise di deliberare un nuovo piano di riequilibrio finanziario pluriennale. Detto in termini più comprensibili, l’amministrazione, avendo l’Ente negli anni accumulato una importante massa passiva, decideva di ripianare questi debiti spalmandoli in 15 anni, con lo scopo di annullare, alla fine del piano, tutti i debiti pregressi dell’Ente.
Ovviamente, affinché il piano potesse avere successo, all’interno del piano stesso, furono programmate delle azioni atte ad aumentare le entrate e diminuire le spese.
D’altra parte, anche nella vita quotidiana, ciascuno di noi, quando si trova a dover ripianare dei debiti, cosa fa? Tenta di riscuotere eventuali crediti, cerca di vendere qualche immobile se lo possiede, cerca di spendere il meno possibile e di abolire le spese superflue.
Analogo ragionamento era stato fatto dall’amministrazione che, per fare in modo che il piano di riequilibrio avesse successo e si potessero quindi azzerare i debiti del comune, aveva puntato soprattutto su 3 principali azioni da intraprendere, ovvero le seguenti:
1) Incremento degli introiti derivanti dai tributi come IMU e TARI con miglioramento della riscossione anche del servizio idrico, in modo tale da avere un maggiore gettito, operazione da compiere anche tramite l’efficientamento degli uffici e, in particolare dell’ufficio tributi;
2) lotta all’evasione che, per scelta dell’amministrazione Collica prima e dell’amministrazione Materia poi, per avere un risultato migliore era stata affidata, vista anche la carenza di personale interno all’Ente, ad una ditta esterna scelta tramite gara pubblica
3) Riduzione dei costi derivanti dal pagamento della fornitura di energia elettrica per il servizio di pubblica illuminazione.
Evidenzio subito, onde evitare fraintendimenti, che sin dal primo giorno di insediamento dell’amministrazione Calabrò, il nostro gruppo di Forza Italia, ai tempi facente parte della giunta, aveva illustrato al resto degli amministratori e al sindaco quali fossero le priorità da seguire che, ovviamente, coincidevano principalmente con la deliberazione del piano di riequilibrio nel più breve tempo possibile, e soprattutto nella sua attuazione, così da ripianare i debiti pregressi.
Purtroppo con il tempo il nostro gruppo capì chiaramente che le scelte politiche del Sindaco e del gruppo di riferimento dell’On. Galluzzo erano ben altre, e non di certo coincidenti con le nostre.
Per circa due anni abbiamo cercato di incidere sull’attività amministrativa dell’Ente ma siamo stati sistematicamente ignorati dal Sindaco e dal resto dei suoi alleati, nonostante il nostro partito avesse intercettato una somma di 2 milioni di € che avevo permesso, nell’anno 2022, di non dichiarare il dissesto dell’Ente.
Gli unici soggetti che il Sindaco ascoltava, e che continua ad ascoltare, sono esclusivamente il Sig. Galluzzo e gli assessori dell’epoca Benvegna e Calderone, che dettavano e dettano tutt’ora la linea politica da seguire, linea politica che noi non abbiamo mai accettato e che mai potremo accettare.
Tutti i nodi vennero al pettine nel momento in cui, in una situazione economico finanziaria dell’Ente disastrosa, certamente non imputabile al nostro gruppo, il Sindaco e i suoi alleati di fatto, decisero di aumentare i loro stipendi e quelli dei loro consiglieri.
A questo punto, il nostro gruppo si oppose ferocemente a questa assurda iniziativa e da qui nacque la fine della nostra esperienza con l’attuale amministrazione, con il Sindaco Calabrò che, senza neanche consultare Forza Italia, provvedeva a varare una nuova giunta, senza componenti di Forza Italia, totalmente a trazione Calabrò – Galluzzo. Pensate che Forza Italia venne a sapere dell’azzeramento della Giunta e della nascita di una nuova dagli articoli di giornale.
Con il senno di poi possiamo dire che il nostro gruppo aveva visto lontano, basta osservare oggi lo stato della nostra città e i conti disastrosi e disastrati del Comune.
Ritornando all’analisi delle ragioni che hanno portato al dissesto (di fatto un fallimento dell’Ente), dichiarato dall’amministrazione nell’anno 2023, e come si sia generato un ulteriore buco di 6 milioni di euro negli anni successivi, occorre porsi una domanda.
E la domanda è la seguente: che cosa ha fatto l’amministrazione Calabrò – Galluzzo per attuare con successo le azioni previste nel piano di riequilibrio? La risposta è “nulla”, o quel poco che è stato fatto si è dimostrato fallimentare.
Partiamo dalla lotta all’evasione. Nei primi mesi del mandato Calabrò è avvenuto il passaggio di consegne dalla vecchia ditta vincitrice dell’appalto A e G, che fino a quel momento aveva con successo scovato migliaia di evasori, alla nuova ditta aggiudicataria Municipia. Ovviamente, la nuova ditta, per proseguire con il lavoro precedentemente svolto, aveva necessità di ricevere, da parte della vecchia ditta e per il tramite dell’amministrazione Calabrò, la banca dati contenente tutti i dati anagrafici dei contribuenti, fondamentale per svolgere il proprio lavoro di lotta all’evasione.
Sapete cosa è accaduto? Vi sembrerà incredibile ma è accaduto! All’epoca, nonostante la nostra ossessiva insistenza, il Calabrò impiegò più di un anno per fornire alla nuova ditta questa banca dati, causando di fatto un blocco totale della lotta all’evasione con una perdita di incassi per milioni di euro.
Per quanto riguarda la capacità di riscossione, anche coatta, credo che i fatti parlino da soli. Sappiamo benissimo come l’ufficio tributi da anni, e soprattutto in questo ultimo periodo, sia totalmente allo sbando. Prova ne è il fatto che a quasi tutti i cittadini continuino ad arrivare intimazioni di pagamento per tasse e tributi già pagati, mentre molti evasori continuano a farla franca! Anche in questo caso l’azione dell’amministrazione Calabrò è risultata totalmente inefficace.
Non solo la riscossione non ha subito un’accellerazione ma addirittura, l’emissione delle bollette dopo l’anno 2022 è stata effettuata con grave ritardo con conseguente mancanza di liquidità nelle casse comunali. Ad esempio la bollettazione TARI riferita all’anno 2024 ad oggi non è ancora stata emessa e non lo sarà ancora per parecchi mesi.
Ma il fattore che ha portato il Comune al totale fallimento, e che continua a provocare buchi di bilancio per milioni di euro, con la totale indifferenza di questa a dir poco inadeguata amministrazione, è il costo esorbitante dell’energia elettrica, causato dalla mancata attuazione del progetto di finanza della pubblica illuminazione il cui iter era stato intrapreso e concluso, senza voler peccare di vanità, dal sottoscritto.
Il progetto prevedeva i lavori di rifacimento di tutto l’impianto di illuminazione della città con la sostituzione dei pali ammalorati, l’installazione di nuovi pali, la sostituzione delle vecchie lampade con lampade a led tecnologicamente avanzate, sostituzione dei cavi e di tutti i quadri elettrici. Il progetto includeva anche il servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria del nuovo impianto realizzato con un sistema di telecontrollo dei guasti che avrebbe permesso tra l’altro il cambio delle lampade in 24/48 ore, lampade che oltretutto raramente si sarebbero fulminate essendo a tecnologia LED. Ma l’aspetto di cruciale importanza era il fatto che questo progetto di finanza includeva il pagamento delle bollette dell’energia elettrica a carico della ditta e non del Comune con un conseguente risparmio sul costo dell’energia di svariati milioni di euro annui. Tutti questi lavori e servizi sarebbero stati totalmente a carico della ditta a fronte della corresponsione da parte del Comune di un canone annuo di circa 1.640.000 €.
Sapete a quando risale la sottoscrizione del contratto con la ditta vincitrice dell’appalto del progetto di finanza della pubblica illuminazione? Risale al 17.12.2021, ovvero a 3 anni e 3 mesi fa! Da tale data nulla è stato fatto nonostante quasi giornalmente il nostro gruppo, sotto mia sollecitazione, insistesse affinché si portasse avanti questo fondamentale progetto! Non ci crederete ma da quella data non si sa più cosa sia accaduto. Quel che è certo invece è che, nel frattempo, le bollette, invece di essere a carico della ditta vincitrice dell’appalto, sono state pagate dal Comune che, oltretutto, trovandosi in regime di salvaguardia, cioè essendo debitore nei confronti del fornitore di energia elettrica, paga il 30% in più rispetto al normale costo dell’energia elettrica, con conseguente analogo aumento della bollettazione.
Sapete quanto paga annualmente in media il Comune di Barcellona per la fornitura di energia elettrica necessaria per il funzionamento della pubblica illuminazione? Paga in media 4.200.000 euro l’anno che si sommano al costo della manutenzione ordinaria dello stesso impianto per circa 300.000 €, per un totale complessivo di 4.500.000 annui!
Avete capito bene: 4.500.000 € annui sborsati dal Comune per la fornitura di energia elettrica e manutenzione dell’impianto di pubblica illuminazione, a fronte del 1.640.000 € che avrebbe pagato se fosse stato portato avanti il progetto di finanza. A conti fatti, avremmo avuto un risparmio annuo di 2.800.000 € per gli anni 2022 2023 2024 e 2025.
Queste appena descritte sono dunque le vere motivazioni che hanno portato la nostra città al baratro e il Comune a trovarsi sommerso letteralmente dai debiti.
In conclusione ad oggi ci troviamo con un Comune in dissesto, ben lontani dall’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato e con un ulteriore buco di 6 Milioni di €. Il tutto causato dalla totale inerzia e mancanza di qualsivoglia visione e competenza da parte di Sindaco, assessori, e ci metterei pure dei consiglieri di maggioranza, che maggioranza più non lo è, che continuano imperterriti a tenere in vita questa inadeguata amministrazione.
Peraltro, è bene evidenziare come la mancata approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato entro il termine di legge, cioè entro il 20 maggio 2024, potrebbe essere causa di responsabilità erariali derivanti dall’inosservanza dei termini procedurali previsti dal TUEL, come rammentato dall’assessorato delle autonomie locali e della funzione pubblica della Regione siciliana, che più volte ha bacchettato l’amministrazione Calabrò – Galluzzo, per gli oltre, ad oggi, 10 mesi di ritardo.
A questo punto credo che non ci sia altro da dire se non supplicare il Sindaco e i seguaci del Sig. Galluzzo di abbandonare questa nave che hanno portato alla deriva e non prolungare questa agonia – conclude Pino – per un ulteriore anno e tre mesi. Lo chiede tutta la città, lo chiedono 40.000 cittadini”.