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Non si placano le polemiche anche dai gruppi di opposizione dopo la revoca dell’ex assessore Gianluca Sidoti e la nuova nomina conferita a Nino Munafò nella giornata di ieri a Palazzo Longano.

Ad attaccare è il Movimento Città Aperta: “Assessore che va, assessore che viene – esordisce il portavoce Gabriele Sidoti – rileva che Palazzo Longano sia diventato una sorta di stazione ferroviaria che vede l’avvicendarsi, tra i titolari delle deleghe, di persone che – senza nessun rispetto per le competenze e la responsabilità verso i cittadini – risultano detenere soltanto il mandato della parte politica che li ha designati. Tutto questo mentre la città affonda sotto il peso di quasi tre anni di malgoverno da parte della giunta Materia. Stupisce sempre di più la mancanza di un qualsiasi programma amministrativo condiviso.
È ormai evidente che la coalizione Materia , e coloro che si sono aggiunti al ballottaggio , erano solo una cordata interessata unicamente alla spratizione dei propri interessi.

A poco sono valse le rassicurazioni del primo cittadino – continua il portavoce –  sulla situazione finanziaria del Comune, mentre si è assistito al turn-over tra Sidoti e Munafò; una larga parte del consiglio comunale, peraltro, ha assistito muta e complice all’ennesimo episodio di spartizione delle cariche fatta senza tener conto dei concetti di legittimità e competenza.

Per il Movimento Città Aperta si tratta di una situazione ai limiti della legalità: risulta chiaro che l’unico “programma” di questa Amministrazione sia il navigare a vista, in attesa che chissà quale evento o personaggio sblocchi una situazione che ormai si è fatta insostenibile per la cittadinanza, sempre più priva di servizi e risorse per la vita di comunità.

Infine, appaiono ancora più sconcertanti le indiscrezioni, confermate dall’ex assessore Sidoti, di un patto Pre-elettorale. Patto che veniva smentito dal Sindaco stesso in aula consiliare e che prevedeva una turnazione tra i candidati all’interno del consiglio comunale atta solamente a raddoppiare le poltrone; – conclude –  tutto ciò a dispetto della volontà degli elettori ed in contrasto con qualsiasi regola di buona politica.