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La presenza di Antonio Catalfamo, scrittore e docente universitario barcellonese, nell’area di Langhe, Roero e Monferrato, per motivi di studio e di lavoro, si sta rivelando particolarmente feconda. E’ uscito in questi giorni un suo nuovo volume dedicato a quattro scrittori di quest’area geografica e culturale: Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giovanni Arpino e Velso Mucci. 

Il libro, abbastanza corposo (circa 250 pagine), è pubblicato dalle prestigiose Edizioni dell’Orso di Alessandria, nella collana già diretta da Giorgio Bárberi Squarotti (vedi nella foto assieme ad Antonio Catalfamo e a Marina Beelke, dell’Università di Berlino) e ora, dopo la sua scomparsa, da Valter Boggione, che gli è succeduto nella cattedra di Letteratura italiana all’Università di Torino.

Si tratta di una casa editrice molto selettiva, che pubblica testi universitari, che debbono superare la revisione di due lettori anonimi, scelti tra illustri accademici, per garantire il massimo di obiettività. Il Comitato Scientifico della collana è costituito da professori che operano in importanti Università di tutto il mondo Antonio Catalfamo, nel corso delle sue ricerche funzionali al libro, ha avuto l’opportunità di incontrare a Bra (Cuneo) la professoressa Mariarosa Masoero, anche lei docente di Letteratura italiana all’Università di Torino, e il figlio dello scrittore Giovanni Arpino, Tommaso (vedi foto), per ottenere suggerimenti e opinioni.

Lo studio di Antonio Catalfamo si presenta molto originale e innovativo. La critica ha a lungo sottovalutato la dimensione spaziale dei testi letterari rispetto a quella temporale. Si è dovuti arrivare alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso per un mutamento parziale di tendenza, sia a livello nazionale che a livello internazionale.

Giunge ora questo ampio volume di Antonio Catalfamo a completare e ad approfondire la svolta, analizzando le opere di Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giovanni Arpino, Velso Mucci, in rapporto al territorio di riferimento, rappresentato dall’area del Piemonte che comprende Langhe, Roero e Monferrato, e inteso non solo in termini geografici, ma anche storico-politici, economico-sociali, culturali ed umani, secondo i principi della «biogeografia culturale», che considera ogni individuo (e, segnatamente, lo scrittore) come un «biotipo» che costituisce il punto di sbocco di un lungo processo biologico protrattosi nei secoli, in stretto collegamento con l’ambiente in cui egli vive ed opera.

Questa prospettiva è resa fortemente attuale dai mutamenti, non sempre positivi, che hanno interessato negli ultimi decenni l’area geografico-culturale sopra indicata, in nome di un presunto «sviluppo» senza «progresso», e che ci permettono di verificare, a posteriori, il grande valore degli scrittori analizzati nel presente volume non solo nell’ambito dei contesti in cui hanno lavorato, ma anche di uno studio intertestuale tra le loro opere, alla ricerca di «concordanze» e «discordanze». Non manca, naturalmente, l’analisi comparativa con la letteratura nazionale ed internazionale, evitando ogni localismo e campanilismo di maniera.