Da oggi il Lido e Circolo velico “SSD Palermo Sport” utilizza esclusivamente stoviglie monouso in bioplastica compostabile. Le stoviglie monouso in bioplastica esistono da tempo: ma le aziende spesso non ne sono informate. Legambiente Sicilia si è dunque attivata mettendo in contatto i gestori del servizio di ristorazione del Lido con un produttore italiano di stoviglie in bioplastica simili a quelle utilizzate nei meeting dell’associazione ambientalista.
Le stoviglie di plastica ottenuta dal petrolio, come bicchieri, piatti, posate, tazzine e palette per il caffè o per il gelato, sono sostituite da quelle in bioplastica biodegradabile e compostabile. Dopo l’uso, le stoviglie sporche vanno a finire nell’umido come se fossero scarti alimentari. E dopo un breve periodo passato all’interno di un impianto di compostaggio come quello che l’azienda comunale d’igiene ambientale ha attivato presso la discarica pubblica di Palermo, la bioplastica usata si trasforma in compost: un prezioso fertilizzante.
«Palermo dallo scorso Febbraio — dice il presidente del Circolo Alberto Campagna, già presidente del Consiglio comunale di Palermo — ha iniziato il percorso per divenire una città plastic-free: prima vietando l’uso di sacchetti e stoviglie non biodegradabili durante gli eventi pubblici, e poi dallo scorso Giugno vietando l’uso della plastica monouso all’interno dei Lidi. Siamo dunque particolarmente lieti che il nostro Circolo faccia da apripista ad un percorso che siamo convinti coinvolgerà presto tutti i Lidi e i Circoli velici della Sicilia».
«È questo il modo concreto — dice il coordinatore del comitato tecnico scientifico di Legambiente Sicilia, Mario Pagliaro, che è anche uno dei chimici italiani più citati al mondo — per riconvertire alla bioeconomia tanto le aziende che per decenni hanno prodotto stoviglie in plastica monouso che quelle petrolchimiche che per altrettanto tempo hanno ottenuto dal petrolio i polimeri con cui venivano prodotte le stoviglie».
Le stoviglie in plastica monouso tradizionali sono difficili da riciclare perché dopo l’uso oltre ad un lavaggio prolungato andrebbero ulteriormente differenziate da loro: le diverse stoviglie sono infatti costituite da plastiche differentui. Il risultato è che finiscono in discarica, disperse nell’ambiente o bruciate negli inceneritori. In discarica o dispersa nell’ambiente, la plastica non biodegradabile si frantuma lentamente dando luogo al fenomeno delle microplastiche che poi si ritrovano tanto nelle acque di superficie che a mare.