I cambiamenti climatici non rappresentano semplicemente una minaccia per il futuro, ma stanno già condizionando pesantemente il presente con danni economici ingenti e perdite umane dal valore incommensurabile. A sottolineare l’impatto economico e ambientale del clima che ancora una volta ha prodotto danni a cose e per pura fortuna non a persone nella città del Longano è il presidente di Legambiente del Longano, Carmelo Ceraolo.
“E’ interessante, anche se estremamente complesso, andare a fondo delle ragioni per cui, un fiume o un torrente esonda. Lo scorrimento delle acque è fortemente influenzato dagli ostacoli che trova lungo il suo percorso, – analizza Ceraolo – creando dei notevoli disagi che possono creare dei seri problemi all’incolumità sia degli abitanti che delle cose; scontando gli effetti di scelte urbanistiche, amministrative sbagliate e il più delle volte irrimediabili.
La legge, giustamente ha provveduto ad impedire tout court qualsiasi intervento di prelievo dal letto di un fiume, e che oggi è spesso la causa di esondazione pertanto le opere di rimozione degli inerti in eccesso nei corsi d’acqua in molti casi sono indispensabili.
Il risultato paradossale è che, mentre il letto dei fiumi si innalza di metri diventando pensile perché nessuno provvede a rimuovere il materiale alluvionale, i livello dei terreni intorno si abbassa e gli stessi terreni drenano molto meno.
È molto probabile che l’aumento delle temperature nel periodo estivo con relative forti evaporazioni che successivamente si trasformano in piogge porti a inondazioni più frequenti e intense nel periodo autunnale e invernale, pertanto è opportuno, a causa di questo aumento dell’intensità e della frequenza di eventi meteorologici estremi che la città si adoperi lavorando ad iniziative mirate alla riduzione della loro vulnerabilità.
Gli interventi di manutenzione idraulica ordinaria sono quelli rivolti alla protezione e al mantenimento dei corsi d’acqua naturali o artificiali, tendendo al recupero e alla salvaguardia delle caratteristiche naturali ed ambientali dei corsi d’acqua.
Legambiente intende inoltre precisare che ogni intervento deve essere teso alla salvaguardia della vegetazione ed in generale degli habitat presenti nelle aree di intervento, che l’utilizzo di mezzi meccanici non sempre è in grado di garantire l’esecuzione degli interventi volta a realizzare rinaturalizzando il più possibile sezioni d’alveo al fine di garantire il naturale deflusso delle portate di piena ammissibili e deve essere effettuata in modo tale da non compromettere le funzioni biologiche del corso d’acqua e delle comunità vegetali ripariali; pertanto una soluzione possibile per ovviare e’ quella di dare l’incarico a ditte private per l’asportazione controllata di materiale litoide al centro dell’alveo, per l’abbassamento del letto del fiume, l’asportazione di materiale dal corso d’acqua dovrà essere giustificato da situazioni di manifesto sovralluvionamento verificando comunque la compatibilità dell’operazione con il complessivo equilibrio trasporto/sedimentazione del corso d’acqua”.
“La qualità e la consistenza delle terre costituenti il corpo arginale non sono quelle ideali per garantire una sufficiente tenuta delle acque di piena, – chiosa il presidente di Legambiente del Longano – essendo troppo alta la percentuale di natura silicea. Tra le cause del dissesto, si deve citare anche la natura sabbiosa del terreno, per cui le acque di piena hanno risucchiato parte dello strato sabbioso sottostante il piano di campagna verso il fiume, creando un vero e proprio canale perpendicolare all’argine e facendo quindi sprofondare il rilevato arginale per mancanza di base di appoggio”.
Per garantire il deflusso della massima portata sarà necessaria la creazione di argini laddove le piene precedenti l’hanno distrutto come nel caso del Torrente Mela che in molti tratti a valle ne è sprovvisto dopodiché, se si riduce lo spazio, e lo si copre o coibenta quando l’acqua diventa troppa dovrà pure uscire da qualche parte, pertanto è necessario “allargare” la foce del fiume, poiché molti tratti del torrente nel lontano passato sono stati ristretti impedendo un adeguato allargamento su un’area vicina al suo alveo.
Bisogna restituire i fiumi alle loro dimensioni originarie, una soluzione per ovviare a ciò potrebbe essere aumentare la fascia di non edificabilità rispetto ai corsi d’acqua, in previsione di probabili eventi meteorologici sempre più severi.
Ogni autunno si ripetono, ineluttabilmente, eventi emergenziali che mettono a rischio territori e paesi, provocano vittime e danni. Legambiente già dal lontano 1995 sollecita le amministrazioni per la prevenzione e la mitigazione del rischio legata principalmente al dissesto idrogeologico del territorio crede che oggi sia improrogabile passare ad una seria e concreta politica di prevenzione e, contestualmente, aggiornare programmi e modalità di intervento alle nuove condizioni climatiche, tenendo conto di quanto successo nel territorio in questi anni.
Secondo l’associzione ambientalista del Longano i sindaci così come stabilisce la legge rappresentano la prima autorità di protezione civile, pertanto, “le amministrazioni comunali possono intervenire per contrastare il rischio idrogeologico essenzialmente in due modi :
- nelle attività ordinarie legate alla gestione del territorio, quali la pianificazione urbanistica, gli interventi di delocalizzazione di abitazioni e di altri fabbricati dalle aree a rischio, l’adeguamento alle norme di salvaguardia dettate dai Piani e la corretta manutenzione delle sponde e delle opere idrauliche .
- nella redazione di piani di emergenza che devono essere aggiornati e conosciuti dalla popolazione , perché sappia in caso di calamità cosa fare e dove andare , nell’organizzazione locale di protezione civile che alla luce di frequenti eventi si rende necessaria al fine di garantire soccorsi tempestivi ed efficaci in caso di alluvione o grana.