«Si conferma una sempre maggiore attenzione ai settori dell’agricoltura, del florovivaismo e dell’agroalimentare, trainanti per l’economia della provincia di Messina». A sottolinearlo sono i segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uil Uila, Sabina Barresi, Antonino Massimino e Nino Marino dopo il rinnovo del contratto integrativo provinciale per i lavoratori della categoria.
«Un contratto sudato che arriva dopo un confronto serrato con le organizzazioni datoriali – sottolineano – ma alla fine soddisfacente per i lavoratori. C’è un incremento del 2% del salario sia per gli operai a tempo determinato che per quelli a tempo indeterminato ed è stata prevista la valorizzazione del welfare contrattuale e aziendale, oltre all’estensione dei permessi straordinari per chi contrae o ha contratto unioni civili».
Un contratto integrativo che va, quindi, nella direzione delle nuove esigenze dei lavoratori e che prevede anche un aumento dell’indennità “utensili” passata da un euro a 1,50 euro al giorno. Ma l’aspetto più importante per i sindacati è il compito assegnato all’Ebat, l’Ente bilaterale dell’agricoltura. «Sarà l’Ebat – spiegano Barresi, Massimino e Marino – a svolgere il ruolo di controlla e tutela del lavoro sul territorio».
Attenzione particolare al percorso formativo dei lavoratori, anche stranieri: «Sono stati inseriti i permessi per i corsi di addestramento, professionali, di recupero scolastico e per i corsi di italiano».
Il contratto integrativo sarà valido sino a tutto il 2019 e interessa circa 16mila lavoratori in tutta la provincia di Messina. «È un accordo che arriva a ridosso di una crisi economica non indifferente che ha frenato le aziende virtuose. Con l’integrativo provinciale si vuole valorizzare il lavoro e le professionalità in un settore trainante per la provincia di Messina nonostante le condizioni di grave crisi e difficoltà legate al mercato, per le aziende che subiscono concorrenza sleale e per la mancanza di linee guida a sostegno del settore da parte della Regione».