Condividi:

Non sembra aver chiuso la partita il Lodo Arbitrale del 7 febbraio scorso col quale il Collegio ha dato ragione al Comune di Venetico, che, per i relativi consumi di acqua dal 2012 al 2019, intende versare solo 1/3 di quanto richiesto dall’Azienda Consortile Acquedotti Vena e Niceto (ACAVN), alla quale appartengono anche Spadafora, Torregrotta, Rometta e Valdina.

La querelle risalente al 2013, tra dichiarazione di incompetenza del Tribunale di Messina e instaurazione del previsto procedimento arbitrale, verte sulla modalità di determinazione degli importi per il consumo dell’acqua consortile, che per l’ACAVN sarebbero sugli effettivi consumi, mentre per Venetico sulla quota (la propria è del 15%) di partecipazione agli utili e alle perdite.

La posta in gioco non è di poco conto, dato che si tratta di più di in milione di Euro – derivante dalla differenza dei calcoli del  Consorzio, € 1.860.870,80, e Venetico, € 504.181,00 -, con conseguenti riflessi sui bilanci comunali e sulle bollette dei cittadini.

Ma a fronte di una comprensibile soddisfazione del sindaco di Venetico, Francesco Rizzo, si registrano le osservazioni sul Lodo degli altri primi cittadini Letterio Pistone di Spadafora, Antonino Caselli di Torregrotta, Antonino Cirino di Rometta e Antonino Di Stefano di Valdina, i quali, in una nota, precisano che “L’interlocutoria decisione arbitrale presenta profili giuridici che a nostro avviso potrebbero essere errati e  che i Sindaci valuteranno in una imminente seduta Assembleare”.

A loro detta, si tratterebbe del fatto che “la stessa decisione degli arbitri,  emessa a maggioranza, non terrebbe conto di aspetti giuridici importanti come l’indebito arricchimento del Comune di Venetico ed il fatto che mai i bilanci dell’Azienda che pur riportavano e specificavano chiaramente il criterio per consumi non sono stati opposti nelle sedi competenti dal Comune di Venetico”.

Tale ultima riflessione riguarderebbe la tacita accettazione da parte di Venetico, statuita anche dal TAR Catania nel 2017, della modalità di ripartizione indicata dal Consorzio nella controversia in parola.

Circostanza però ritenuta “irrilevante” dal Collegio Arbitrale, che basa il non accoglimento delle istanze ACAVN sulla mancata produzione di atti stabilenti le modalità di determinazione e ripartizione dei consumi, e anche di un contratto di servizio, che trasformerebbe i soci in clienti, rimanendo certa solo quella prevista dall’Art. 5 della Convenzione, basata sulla percentuale di partecipazione agli utili e alle perdite.

Ma, come dicevamo, sembra non finire qua, anche perché, in vista della “imminente” convocazione di un’apposita Assemblea dei soci ACAVN, il presidente Pistone ribadisce che “Né Spadafora, né nessun altro Comune dovrà mai pagare un litro d’acqua non utilizzato direttamente”.

Il Collegio Arbitrale era composto dagli arbitri Marcello Parrinello, nominato dall’ACAVN, Marcello Scurria, nominato dal comune di Venetico e dal presidente Michele Perrino, nominato di comune accordo dagli arbitri.

Il Lodo ha visto il voto contrario dell’avv. Parrinello.

L’ACAVN è stata rappresentata dall’avv. Giovanni Gulino, mentre Venetico dall’ avv. Fulvio Cintoli.