No in realtà INPS significherebbe ben altro, ma allora perché non riesce a pagare neppure la malattia agli invalidi a rischio Covid che debbono restare a casa? Come sopravvivono questi assunti, se le aziende non anticipano per l’INPS? Facile, non vivono. Non percepiscono nulla. Sono invisibili tra gli invisibili.
Facciamo un passo indietro. Il premier Conte nel Dpcm del marzo scorso dichiara la malattia equiparata a ricovero ospedaliero per le categorie fragili, che quindi dovrebbero restare a casa fino al 31 luglio salvo proroga; queste categorie debbono percepire un introito pari al loro stipendio durante ricovero ospedaliero, ma, l’INPS che dovrebbe pagare, ogni mese, non lo fa. Le aziende con varie scuse si sottraggono all’anticipo degli stipendi.
Risultato: un invalido, fragile, già bisognoso di cure, spesso anche di farmaci pagati privatamente o di terapie in parte non convenzionate, si ritrova a stipendio zero, reddito zero, sussidi zero e spese intere!
Cosa farà l’INPS a luglio/agosto? Pagherà anche gli arretrati da marzo? Lo farà in forma diretta? Oppure chiederà alle aziende di anticipare le somme per i lavoratori? E le aziende accetteranno di farlo? Tra i due litiganti l’invalido muore.
Questa è la storia di Michela ma ci sta anche la mia: mi sono trasferito per lavoro a Roma, ho preso la residenza, fatto ISEE dove risulto solo, giustamente ma come si dice siamo in Italia oltre il danno anche la beffa: per l’Inps risulto da solo a Roma e a Messina nel mio stato famiglia. Pochi giorni fa l’INPS ha accertato che lì non risulto. Da febbraio a luglio non mi hanno sistemato la situazione, chiedo le dimissioni di Pasquale Tridico.
Emanuele Morabito