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Secondo il Governo la relazione IROPI approvata il 9 aprile dal Consiglio dei Ministri sul progetto del ponte sullo Stretto, giustificherebbe definitivamente davanti all’UE la deroga ambientale (articolo 6.4 della Direttiva Habitat) per costruire il ponte malgrado la negativa Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA), dimostrando che il ponte è l’unica soluzione possibile e che esistono motivi imperativi di interesse pubblico (i famosi IROPI) per la sua realizzazione. Invece il documento è la prova che il progetto non è approvabile.

“A parte l’inconsistenza degli IROPI, manca assolutamente la dimostrazione del punto di partenza, cioè l’assenza di alternative meno impattanti dal punto di
vista ambientale. Senza questo “anello mancante” non è possibile procedere. Di questo si è parlato
nella conferenza stampa di Invece del ponte svoltasi questa mattina alle 11,00 a Palazzo Zanca.
Invece del ponte evidenzia che il progetto dichiara esplicitamente: “l’analisi …non prevede alcun
intervento alternativo di progetto” (documento GERW0332, pag. 14) e che la relazione IROPI non
presenta alcuna integrazione o approfondimento. Il documento dedica a questo aspetto cruciale
poco più di una paginetta, limitandosi ad affermare – senza prove né rimandi a studi tecnici – che
l’ipotesi del ponte a campata unica è preferibile, contraddicendo relazioni presentate negli ultimi
anni dallo stesso Ministero delle Infrastrutture. Le motivazioni esposte, molto opinabili, sono in ogni
caso di natura economico-sociale, quando la normativa richiede una valutazione esclusivamente
ambientale.
Gli “imperativi motivi di interesse pubblico” sono inconsistenti.
Senza volere in questa sede sottolineare l’allarme che nei cittadini ha creato l’enfasi che il
documento ha dato alla rilevanza ai fini militari del ponte (e, per conseguenza, dell’intera area dello
Stretto di Messina), denunciamo che il fatto che il ponte serva la mobilità militare internazionale
non è supportata da alcuna evidenza ufficiale. L’uso duale civile-militare dell’infrastruttura non è
tecnicamente dimostrato, anzi rischierebbe di diventare un ulteriore problema, e in caso di conflitti
il ponte sarebbee certamente un facile bersaglio strategico.
Anche l’argomento della protezione civile (come il supporto contro gli incendi) è poco credibile e
appare inserito solo per aggiungere altro fumo. Il rapporto tra l’altro ignora che gli incendi spesso si
verificano simultaneamente su entrambe le sponde, rendendo impossibile condividere risorse in
emergenza. Le soluzioni vere, e non le proposte strumentali, sarebbero quelle di investire sulla
sicurezza, potenziando le risorse della protezione civile e dei vigili del fuoco nei territori.
E ancora, molte informazioni tecniche del progetto su cui si basa il rapporto risultano imprecise o
errate, come i tempi di attraversamento dello Stretto via mare o le emissioni delle navi. Le corse
degli aliscafi da Reggio Calabria a Messina, che tutti sanno hanno durata 30 minuti, vengono dalla
relazione più che raddoppiate, portandole anche a 70 minuti, per dirne solo una.
In conclusione, la relazione non dimostra né la necessità tecnica né la legittimità ambientale del
progetto. Mancano le prove richieste dalla normativa europea, il documento si basa su suggestioni
ed è privo di analisi oggettive.
L’associazione Invece del ponte ha annunciato la presentazione di una diffida al Cipess affinché
non dia il via libera a un progetto non approvabile sulla base di questo documento inconsistente”.