Condividi:

Carmine Mancuso, già Senatore ed Onorevole, già rappresentante della Polizia di Stato, è stato l’ospite principale di un incontro sul tema della legalità tenutosi all’ITET “E. Fermi” di Barcellona Pozzo di Gotto nella tarda mattinata di ieri, martedì 12 novembre 2024, e precisamente presso l’Aula Magna del plesso di via Olimpia.

Il presidente dell’Associazione “Per onorare la memoria dei Caduti nella lotta contro la mafia”, ha incontrato gli alunni delle classi quarte e quinte accompagnato dalla Prof.ssa Michela Di Dio, docente che da anni eccelle nella tematica della legalità e che è amica personale del Dott. Carmine Mancuso.

Dopo i saluti istituzionali di una delle vicepresidi, la Prof.ssa Nuccia Foti, che è intervenuta in rappresentanza della Dirigente Scolastica Prof.ssa Antonietta Amoroso, fuori sede, hanno preso la parola il regista Pasquale Scimeca, autore del film “Il giudice e il boss” e la produttrice dello stesso film Linda Di Dio.

Il primo, in videoconferenza, ha narrato dell’emozione nel rappresentare la vicenda di quel giudice Terranova, nativo di Petralia Sottana come lui, mentre la Di Dio ha raccontato alcuni aneddoti legati alla produzione del film, che il giorno precedente era stato visto da studenti e docenti al Cinema Nuovo Corallo di Barcellona.

Quindi l’incontro è entrato nel vivo con un dialogo fra la stessa Prof.ssa Michela Di Dio e Mancuso, che, ricordiamo, è il figlio del Maresciallo Lenin Mancuso, ucciso insieme al giudice Cesare Terranova nel barbaro attentato che pose fine alla vita di entrambi. Carmine Mancuso si è rivolto direttamente agli studenti narrando con certosina precisione di tutta una serie di vicende, partendo da Portella delle Ginestre fino ad arrivare ai giorno nostri.

Ed in una nota pubblicata sulla pagina ufficiale dell’ITET “E. Fermi” si legge: “È stato un momento di crescita, emozione e riflessione profonda. Questo evento ha rappresentato il culmine di un percorso iniziato in classe, arricchito dalla visione del film e completato con l’incontro dei protagonisti, che hanno condiviso con noi storie di coraggio e sacrificio nella lotta contro la mafia. Le parole di Mancuso, ci hanno toccato nel profondo, ricordandoci che il loro impegno vive ancora oggi in ogni atto di giustizia e resistenza. L’incontro è stato arricchito da interventi artistici di musica (Sofia Privitera al flauto traverso e Aida D’Amico al violino hanno eseguito insieme i brani “Lovely” di Billie Eilis- Khalid e “La Vita è bella” di Piovani, mentre Sofia Privitera da solista ha suonato “Il lago dei cigni” e Aida D’Amico da solista Op. 2 N.9 di Antonio Vivaldi) e poesia (Rachele Grasso e Siriana Carbone hanno declamato la poesia “Sicilia Ribellati!” di Giuseppe Gerbino) eseguiti dai nostri studenti, rendendo l’esperienza ancor più toccante. Grazie a questo incontro, gli studenti hanno avuto l’opportunità di riflettere su una parte importante della nostra storia e delle radici della nostra Sicilia. Momenti intensi e commoventi, che ci hanno lasciato un messaggio chiaro: il valore della memoria e della lotta per un futuro libero dalle mafie.

L’incontro si è concluso con una domanda posta a Carmine Mancuso dalla vicepreside Laura De Pasquale che ha cercato di scandagliare il profondo del Senatore, fiume in piena ma al tempo stesso molto riservato riguardo le proprie personali emozioni. La commozione nel parlare del rapporto col papà è inevitabilmente arrivata. Infine uno scambio di doni fra la scuola e gli illustri ospiti e la recita, da parte di due studentesse, dei meravigliosi versi dell’apprezzato poeta in lingua siciliana Giuseppe Gerbino, che pubblichiamo in calce a questo articolo.

“SICILIA RIBELLATI!”

Sicilia, terra mia, t’hâ ribillari!

Nun fari finta chi ‘un succedi nenti!

Eu ti dumannu: “Comu si po fari

pirmettiri la morti di nnuccenti?!”

Na matri li pruteggi a li so’ figghi

e ci àugura li cosi chiù spiciali,

inveci tu li crisci e poi li pigghi,

li duni ‘n pastu a genti criminali.

Sicilia, terra mia, lu voi capiri

chi su’ chiossai li genti chiddi boni?

Pi sti fattazzi nun t’ammutuliri,

ma parra, senza tanta cunfusioni!

Sicilia, voi capiri chi si forti?

Nun fari comu ‘u cervu cu lu lupu,

chi scappa e ‘un usa li so’ corna torti

pi fallu capuzziàri ntô sdirrupu.

Inveci, comu a iddu, vai scappannu

e mentri vai currennu ‘n contru ‘a morti,

ti scanti, nun riagisci e vai vuciànnu…

Bastassi picca pi canciari sorti!