Si è svolto nel pomeriggio di ieri, giovedì 6 giugno, presso l’Auditorium San Vito a Barcellona Pozzo di Gotto il Convegno “Diversità”, un valore da preservare o una disgrazia da cancellare?
L’evento è stato organizzato da “Agorà Oreto Onlus”, ed ha moderato il sociologo Tindaro Bellinvia che dopo una nota introduttiva all’incontro ed un benvenuto al pubblico presente, in gran parte composto da ragazzi del servizio civile dei vari centri del circondario, ha dato la parola dell’Arciprete di Santa Maria Assunta Mons. Santino Colosi che sinteticamente ma in modo incisivo si è così espresso: “Chi siamo noi secondo il linguaggio biblico? C’è una domanda nel libro della Genesi: ‘Dov’è il tuo fratello?’ e che risponde ‘Sono forse io il custode di mio fratello?’. L’augurio che posso fare a me ed a tutti voi è che ciascuno maturi in sé il senso della responsabilità dell’altro e lo custodisca nella sua dignità integrale.”
Quindi ha portato il suo saluto il Presidente dell’Associazione organizzatrice “Agorà Oreto Onlus”, il Dott. Filippo Maniscalco, il quale ha dichiarato: “Ho pensato di fare questo convegno-riflessione sulla diversità proprio in coincidenza con la presenza in città di Marco Marzano; noi come associazione siamo quotidianamente a contatto con le diversità ed abbiamo in corso ben tre progetti riguardanti i diversamente abili in vari comuni della provincia. Ho deciso di coinvolgere Tindaro Bellinvia in qualità di moderatore dell’evento perché ormai collaboriamo da più di due anni con l’esperienza nella Casa di Ismail, che si occupa di un’altro tipo di diversità, quella dei migranti. Ringrazio anche la Dott.ssa Antonella Miano, psicologa e socia della nostra associazione, per il contributo che ci darà.”
A seguire è quindi intervenuta la stessa Antonella Miano la quale è andata proprio ad analizzare la diversità e le diversità dal suo punto punto di vista e in relazione alla propria attività professionale. “Conosco molto bene le dinamiche del tema di questo convegno in quanto opero in una scuola come assistente all’autonomia per cui ho osservato bene gli adolescenti ed ho avuto inoltre la possibilità, nelle attività pomeridiane, di vivere la realtà della Casa di Ismail, usi, abitudini, ho condiviso il pranzo o il Ramadan ecc. avvicinandomi parecchio a questa cultura. Non voglio fornire solo un approccio nozionistico della questione ma parlarne in modo più diretto e mi piace vedere la diversità come affermazione della propria unicità.” La Miano ha parlato di stereotipi e dell’angoscia che porta all’evitamento del diverso, poi chiuso il proprio intervento evidenziando come della diversità si ha paura e si arriva infine alla piaga dei nostri tempi, ovvero la discriminazione dei diversi. Ma in verità la diversità è un valore.”
Dulcis in fundo ha relazionato l’atteso Prof. Marco Marzano, docente di Sociologia dell’Università di Bergamo, il quale, dopo i saluti ed i ringraziamenti di rito si è a lungo soffermato sul concetto di “stigma”: “Da sociologo alla diversità come disgustosamente è e non come vorremmo che fosse. Perché non accettiamo la diversità? Come ci comportiamo con i diversi? Il termine stigma ci rimanda ai greci ed a qualcosa che si era costretti a portare sul corpo e che segnalasse alla comunità una diversità ovvero una valutazione negativa.” Marzano ha così proseguito: “Già dire che una cosa è normale implica che vi sia qualcosa di non normale e l’ordine sociale è crudele, ci ricorda le imperfezioni, il dolore, la morte, tutti pericoli da tenere lontano. Se ci riflettiamo ciascuno di noi ha uno stigma da tenere nascosto. Tra l’altro lo stigma cambia con trascorrere del tempo, basti pensare ad esempio all’omosessualità.” Il Prof. Marzano ha quindi elencato tutta una serie di tipologie che vengo stigmatizzare secondo l’aspetto fisico (nano, gigante, zoppo) o caratteriale (matto) o sociale (carcerato) giungendo alla conclusione che lo stigma comporta differenza di trattamento e di conseguenza discriminazione.
L’ultima parte del convegno è stata molto interessante perché si è creato un dibattito fra il moderatore Bellinvia e l’Assessore Nino Munafò, che oltre ad aver portato i saluti dell’Amministrazione comunale ha voluto dire la sua sposando le tesi del Prof. Marzano che sosteneva che lì dove c’è più povertà e miseria vi è maggiore discriminazione verso il diverso, come ad esempio l’attuale situazione italiana della discriminazione verso i migranti. Tindaro Bellinvia ha contestato questo punto di vista affermando che non è automatico che chi vive situazioni di disagio sia ad esempio razzista.
In definitiva si è trattato di un convegno che ha suscitato spunti e riflessioni di grande interesse su tematiche molto attuali.