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Si è svolta a San Filippo del Mela, nel tardo pomeriggio di ieri, 21 ottobre, presso la propria sala consultazione di via Roma 35, la presentazione del thriller ‘Notturno veneziano’ di Angelo Coco, a cura della biblioteca UCPF “Nuccia Miroddi”.

Un romanzo ambientato a Venezia, dalla trama che comincia e finisce nel ‘700, attraverso vicende misteriose, a volte buie, altre luminose, di una narrazione che scorre lungo la spola tra quel periodo ed i giorni nostri.

L’oscurità subito, il 17 dicembre, con la scoperta, nella foschia, dell’esanime contessa Magda Stylerc, nel finale invece i luminosi fuochi d’artificio, che si specchiano nella limpida laguna la notte di Capodanno.

In mezzo, come evidenziato, con il suo contributo, dalla storica d’arte Valentina Certo, un continuo alternarsi di luce e buio, allegoria del bene e del suo rifiuto, secondo il concepimento autobiografico dell’autore, palesato dal suo alter ego, il giornalista-antiquario Giuliano Barozzi, che s’inventa investigatore per dipanare l’intrigata matassa del quadro “maledetto”.

L’ispirazione arriva – ha detto l’autore – da una leggenda intorno all’incontro, del giugno del 1778, fra Casanova e il conte Gagliostro, con al centro un elisir di lunga vita e formule per l’immortalità, captata dalla conversazione ad un tavolo vicino di una trattoria veneziana.

Ma anche dalle letture di ‘Enigma’ e ‘Lo scandalo Modigliani’, che hanno influito sull’aura di mistero di tutti i personaggi e le ambientazioni, meticolosamente curate nei particolari della loro storicità, come fatto notare dalla direttrice della biblioteca, Rosaria Miroddi.

Profonda ed entusiastica la recensione di Pina D’Alatri di qualche tempo fa, letta dalla stessa all’incontro letterario di sabato pomeriggio: “Si tratta di un thriller che, in modo sapiente e raffinato, coniuga la bellezza e la sublimità dell’arte con la brama di denaro che conduce, spesso, ad azioni illecite e talvolta brutali. Il testo è variegato, ricco di riferimenti storici, artistici ed escatologici. Magia, superstizione, aberrazione, violenza: tutto ciò risulta disumanamente terrificante. Il lettore, coinvolto dalle profonde tematiche proposte dal romanzo, sarà portato a riflettere e a convenire che il bene e il male sono eterne calamite dell’umanità che ne rimane attratta, mossa da istinti atavici. Il testo, intensamente escatologico, evidenzia profonde finalità morali e didascaliche. Il bene ed il male sono eterne calamite dell’umanità che pende ora da un lato ora dall’altro, mossa da istinti atavici. Il fascino del quadro e il potere che da esso ne deriverebbe – si pensa che nasconda la formula alchemica dell’elisir dell’eterna giovinezza – attraggono molti intenditori di arte e affaristi che vogliono appropiarsene. E’ proprio grazie a questo spasmodico desiderio di onnipotenza e supremazia che si scopre la vera identità dell’uomo, lontano dalla ricerca del bene e proteso a un eccessivo e catastrofico personalismo. Non è difficile individuare in alcuni passaggi – dalla musica organistica al gioco degli scacchi alla mirabile costruzione di scampoli giornalistici – ampi squarci biografici dell’Autore”.

Sia la storica Certo sia la professoressa D’Alatri hanno convenuto sul fatto che, per tematica, intrighi, atmosfere, richiami storici, descrizione di luoghi e personaggi, costruzione di dialoghi e introspezione, ‘Notturno Veneziano’ abbia tutte le caratteristiche per diventare una fiction televisiva o una trasposizione cinematografica. 

Il piacevole incontro letterario, presentato da Pino Privitera e introdotto dalle trombe di Davide Capone e Roberto Salmeri, ha visto, con il coordinamento di Enzo Diolosà, i saluti iniziali del presidente della UPCF, Claudio Cambria, e del sindaco, Gianni Pino e, nel finale, il sentito plauso dei tanti presenti, ta cui le scrittrici Iolanda Anzollitto e Antonella Nuccio.

(Foto di Egidio Maio)