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La casa non soltanto come luogo fisico ed elemento architettonico ma anche come spazio intimo ed elemento basilare delle città, una visione dinamica e nello stesso tempo privata che ripropone la classica dicotomia concettuale tipicamente britannica tra house e home.

Questo il fil rouge della mostra “Le case degli altri” degli artisti Daniele Cestari, Marta Mezynska e Tina Sgrò inaugurata presso la Galleria d’Arte “Zancle Art Project” sita a Messina in via Legnano 32.
“Si tratta del primo evento – ha affermato il Direttore Artistico Giovanni Cardillo – di un progetto che mira a costituire un laboratorio di confronto tra giovani artisti emergenti a livello nazionale e locale, un luogo in cui idee e creazioni realizzino una proposta innovativa in città”.
La storica dell’arte e curatrice Mariateresa Zagone, autrice del progetto espositivo e dello scritto critico, ha evidenziato gli aspetti salienti dei tre artisti, puntualizzando come Daniele Cestari, Marta Mezynska e Tina Sgr determinino tre visioni differenti della casa.
La sintassi costruttiva di Mezynska esprime una caratura bidimensionale dell’architettura dove le costruzioni sono elementari e si sviluppano attraverso le componenti fondamentali di superficie, spazio e colori, senza una predeterminazione delle forme ma con superfici che dividono le facciate e con il colore a definire le relazioni spaziali.
Gli edifici e le strade che Daniele Cestari descrive sono ritratti di città in cui viene utilizzata la fotografia per scandagliarne l’anima attraverso la semplice forma fisica.
La stratificazione di carte antiche, il valore documentale delle parole su di esse scritte, l’utilizzo di scatti trattati con resine, vernici industriali, acrilici e sabbia diventano una perfetta traduzione matelica della stratificazione architettonica che origina dall’anima più antica di ogni centro urbano.
La pittura di Cestari è aspra, graffiata, di crescente densità icastica con gamme cromatiche ristrette.
Di contro, la home e le storie che nelle sue stanze si sentono ancora respirare, sono il centro poetico delle opere di Tina Sgrò.
Nelle sue tele regna sovrana una luce impalpabile che dà forma al visibile e che, in una saggia mescolanza registica con le zone d’ombra, si manifesta con l’irrompere di raggi forti di natura cinematografica, capaci di produrre forti sensazioni.
La luce rivela così spazi chiusi, stanze che sembrano abbandonate da tempo e che si caricano di memorie attraverso i pochi oggetti, le suppellettili, la mobilia.
A latere, rispetto alla mostra, sono in esposizione tre tele di Paolo Piccione, pittore messinese non giovanissimo ma la cui opera risulta coerente col tema proposto.
Al vernissage hanno partecipato gli Assessori comunali alle Politiche Giovanili, Pari Opportunità Liana Cannata e al Turismo e alla Cultura Enzo Caruso e la vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Messina Clarastella Vicari.
Il progetto ZAP è patrocinato dal Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Messina e dalla Fondazione Architetti nel Mediterraneo.
La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00 (sabato solo al mattino), fino al 18 novembre prossimo.