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I Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un decreto di sequestro beni, emesso dal Tribunale del capoluogo peloritano – Sezione Misure di Prevenzione su proposta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di un 48enne, messinese, pregiudicato, attualmente detenuto.

Il provvedimento scaturisce dagli accertamenti di carattere patrimoniale svolti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, che hanno consentito di documentare come l’uomo, coinvolto in passato in più vicende giudiziarie, avesse accumulato, nel tempo, un patrimonio risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati da lui e dai suoi familiari. In particolare, il 48enne, dal 1992 al 2018, nell’ambito di diversi procedimenti penali, è stato condannato con sentenze definitive per vari reati, tra cui associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, rapina, furto, lesioni personali e detenzione illegale di armi.

Per ultimo, il 30 aprile 2021, l’uomo è stato arrestato in flagranza di reato, per estorsione aggravata dal metodo mafioso, nell’ambito di un’indagine condotta dai Carabinieri sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia messinese. Dalle investigazioni, immediatamente avviate dopo la denuncia della vittima, era emerso che il 48enne, a partire dal 2016, avrebbe costretto, con ripetute vessazioni, minacce e violenze, attuate anche con l’uso di armi, un imprenditore edile, a corrispondergli periodicamente, a titolo estorsivo, diverse somme di denaro, richiedendogli altresì, senza alcun compenso, i lavori per la costruzione di un fabbricato oltre a numerose forniture di materiale edile. Per quest’ultima vicenda, nel giugno scorso, il 48enne è stato condannato alla pena di 4 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione, con sentenza del Tribunale di Messina, a cui l’imputato ha proposto ricorso in appello.

Il sequestro, finalizzato alla futura confisca dei beni, tutti intestati all’uomo, riguarda sei abitazioni e un terreno agricolo, situati a Messina, oltre a 4 autovetture per un valore complessivo stimato in circa 350mila €, che, come evidenziato nel decreto che dispone la misura di prevenzione, costituiscono frutto di profitti illecitamente acquisiti.