Ha fatto della centralità della parola la sua visione della vita, in quanto grazie ad essa tutto diventa osservabile e valutabile, fino a diventare la vera realtà, sfrondata dalle apparenze.
È stato il lusinghiero incipit di Simona Lo Iacono per la presentazione del suo ultimo romanzo ‘Il mistero di Anna’, ieri pomeriggio, 15 luglio, al ‘cenacolo letterario’, voluto dal sindaco Nicola Merlino e svoltosi all’ombra della grande chioma del ceiba, dinanzi alla fontana, della Villa Martina di Rometta Marea.
Nel dialogo con la scrittrice Iolanda Anzollitto e la giornalista Valentina Gangemi, Lo Iacono è stata un fiume in piena nel manifestare la sua passione per le parole, e di conseguenza per la scrittura, che nel romanzo è stata incarnata dalla piccola Anna.
Fedelmente ambientato tra Siracusa – la sua città- e Milano, alla fine degli anni ‘60, il racconto fa incontrare due “amori” dell’autrice: il triste vissuto dei piccoli, del quale fa esperienza quotidiana col suo lavoro di magistrato al Tribunale catanese dei minori, rappresentato per l’appunto da Anna, ed il Premio Strega 1967, Anna Maria Ortese.
Della seconda, ha avuto conoscenza, innamorandosene, catturata dall’anelito di giustizia che veniva fuori con forza, già dallo sfoglio delle prime pagine del regolo che si era fatto, come sempre per festeggiare i momenti più belli della sua vita, acquistato nel 1996, in una libreria romana, il giorno in cui ha superato il concorso in magistratura.
Era ‘Il cardillo addolorato’, romanzo con il quale la Ortese manifestava quello che avrebbe contrassegnato tutta la sua vita: la speranza di vedere avverarsi, prima o poi, in una “rivoluzione dei cuori, un abbraccio di tutte le anime”, la fine delle ingiustizie sociali.
Incontro, che non poteva essere stato solo un caso, per chi stava per iniziare il proprio lavoro nelle aule di giustizia e che, in qualche modo, ha segnato il suo percorso letterario.
Anna, sebbene molto piccola ed in un contesto sociale sfavorevole determinato dalla povertà della sua famiglia – come rappresentato dallo sguardo di inquietudine della bambina nella foto di copertina, realizzata da Letizia Battaglia -, ha capito bene che la componente più importante della realtà è costituita dalla dimensione invisibile, raggiungibile con la poesia (risuona così il racconto di Saint-Exupéry, ‘Il piccolo principe’).
E qui sembra di sentire la voce dell’autrice, quando, attraverso un ossimoro, arriva ad affermare che: “la ricerca della verità processuale deve utilizzare lo sguardo poetico, per andare oltre il visibile e superare, quindi, le apparenze”.
Il pathos che le parole de ‘Il mistero di Anna’ – evocanti le voci di tanti autori della letteratura italiana – riescono a suscitare è stato svelato dalla mirabile lettura di alcune sue parti, curata da Iolanda Anzollitto.
Parole, che attraverso un’accurata ricerca, assolvono, con rispettosa delicatezza, anche al fine di non tradire le esistenze che raccontano.
Oltre al sindaco ed un attento pubblico, presenti all’evento il presidente del consiglio comunale Francesco Rizzo con il componente Rocco Lombardo, gli assessori Nino Cirino e Pippo Saija, la presidente di Vivi Rometta, Pasquita Patti, Roberto Saia di Orizzonte Comune e Mariagrazia Perrone della Libratevi.