A seguito delle numerose proteste da parte di cittadini e associazioni per la chiusura di reparti e la perdita di posti letto in diversi ospedali del messinese, Franco De Domenico, già segretario della Commissione Sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana, fa il punto della situazione, senza risparmiare critiche alla deputazione messinese.
L’inerzia della politica – dice De Domenico – ha fatto sprecare le straordinarie e non ripetibili risorse messe a disposizione per la pandemia, facendo permanere le criticità della sanità della provincia, aggravate dai tagli di reparti e posti letto, mal conciliabili con la quasi totale mancanza della medicina territoriale, cioè quelle prestazioni sanitarie di primo livello e pronto intervento, che hanno lo scopo di prevenire l’aggravarsi delle condizioni della persona e, allo stesso tempo, si pongono come alternativa all’ospedalizzazione.
Poi passa a fare una carrellata delle problematiche dei singoli presidi, alle quali corrispondono carenze di servizi sanitari.
Così, cita gli ospedali di: Lipari, in cui non sono stati attivati nemmeno quei pochi reparti rimasti dopo la rimodulazione della rete ospedaliera; Mistretta, in cui sono rimasti pochissimi reparti, affidati a costosissime convenzioni con i privati del Giglio; Milazzo e Barcellona P.G. che, a dispetto di un grande bacino di utenza, avrebbero “servizi sanitari da terzo mondo”; Taormina, che subisce da anni un progressivo detrimento strutturale e di risorse, culminato col disimpegno del reparto di Cardiochirurgia Pediatrica, che ha privato la provincia di una eccellenza al servizio della Sicilia Orientale e di buona parte della Calabria; Sant’Agata Militello, nel quale, oltre alle carenze strutturali pregresse, da anni è stato chiuso il punto nascita, lasciando sguarnito un comprensorio vastissimo.
Una riflessione a parte De Domenico l’ha riservata per l’ospedale di Patti, che, pur essendo un presidio strategico, non ha ricevuto né le risorse né gli investimenti necessari a riprendersi dignitosamente il ruolo di Dipartimento di emergenza e accettazione (DEA) di primo livello, cioè di struttura sanitaria con i reparti di pronto soccorso e di anestesia e rianimazione, con dotazione di posti letto di terapia intensiva.
Infine ha fatto cenno alle tre Aziende ospedaliere del capoluogo, Irccs Neurolesi, Papardo e Policlinico, che negli ultimi anni hanno perso eccellenze professionali, reparti, posti letto, nonché risorse per investimenti in tecnologia; emblematico, a tal proposito, è il caso del Pronto Soccorso del Policlinico, “da anni ridotto a cantiere desolatamente abbandonato”, mentre i pazienti vengono costretti estenuanti attese.
Secondo De Domenico, quindi, la nostra provincia non verrebbe messa nelle condizioni di offrire servizi sanitari dignitosi e sicuri, mentre i tempi delle liste di attesa sarebbero lunghissimi e insostenibili, con la conseguente perdita di fiducia dell’utenza che, in casa, non “non ha alcuna speranza di vedersi garantito il diritto alla salute” e, quando può permetterselo, si rivolge fuori regione, con i relativi disagi materiali e psicologici, nonché perdita di risorse per l’economia locale.
De Domenico sta anche sostenendo la petizione contro la chiusura del reparto di Cardiochirurgia pediatrica del San Vincenzo di Taormina, invitando tutti a firmarla su https://www.change.org/p/no-alla-chiusura-di-cardiochirurgia-pediatrica-dell-ospedale-s-vincenzo-taormina-me?