Vittoria doveva essere è vittoria è stata, per l’Igea a cui basta un goal lampo di Franchina per espugnare il Kennedy e mantenere il fatidico punto di vantaggio sul Siracusa.
Su un campo insidiosissimo e contro un avversario che non aveva nulla da perdere, i giallorossi giocano la partita che ci aspettavamo: a tratti arrembante, ma senza offrire il fianco al contropiede dei “Cigni”. Il S. Croce si rende pericoloso solo su calcio di punizione poco dopo il goal di Franchina: il pallone calciato da Russo s’infrange sul palo alla destra di Staropoli facendo sudare freddo i tantissimi tifosi igeani al seguito. Da lì fino al novantacinquesimo è un monologo giallorosso. Occasioni su occasioni, sciupate a volte per scarsa lucidità, a volte per eccesso di sicurezza, a volte per la bravura del pipelet locale Alcaraz.
L’Igea fallisce anche un penalty con Medina, peraltro autore di una buona prestazione. La ripresa ricalca il cliché del primo tempo: Igea a trazione anteriore che inanella almeno altre cinque nitide palle goal, S. Croce che “vorrebbe ma non può”. Al fischio finale di Femia tanti giallorossi stramazzano a terra esausti, in riserva di energie non tanto fisiche quanto nervose. La posta in palio era di importanza capitale e Dall’Oglio e compagni sapevano di non poter fallire.
Novanta minuti, il Modica e tre punti ci separano dal trasformare questa esaltante stagione in una splendida favola da raccontare ai nipotini. Sarà una Pasqua serena e di grande fermento, prima che inizi la settimana più lunga di tutto il campionato.