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Nei giorni scorsi la Raffineria di Milazzo ha promesso l’acquisto di altre 3 centraline di monitoraggio, che andrebbero ad aggiungersi alle 14 già esistenti nella valle del Mela, arriva il forte disappunto attraverso una nota delle associazioni e dei comitati della valle del Mela.

“Sarebbe questa la “contropartita” per il ritiro delle prescrizioni sanitarie che avrebbero garantito una significativa riduzione delle emissioni e dei rischi per la salute dei cittadini.

Il monitoraggio ambientale è una cosa seria, spetta all’ARPA e non può in alcun modo essere utilizzato come pretesto per evitare la necessaria riduzione dell’inquinamento. Oggi sul territorio esistono solo due centraline gestite dall’ARPA, di cui una in posizione poco idonea rispetto all’area industriale e l’altra priva del monitoraggio delle polveri sottili e dell’ozono: le altre centraline o sono private o monitorizzano solo pochissimi parametri. Pertanto, anzichè sbandierare l’acquisto di altre centraline, avrebbe avuto più senso implementare quelle già presenti e affidarle all’ARPA.

Ad ogni modo un simile collezionismo di centraline non può certo sostituire le obbligatorie prescrizioni sanitarie che il Sindaco di Milazzo e l’allora Commissario di San Filippo del Mela l’anno scorso erano tenuti per legge ad esprimere all’interno dell’autorizzazione rilasciata alla Raffineria (la famosa AIA).

Per questo è pendente al TAR Catania un ricorso di 7 comuni, sostenuto dall’intervento di diverse associazioni del territorio: dopo l’udienza di merito svoltasi il 28 febbraio si attende adesso la decisione dei giudici.

Noi ci aspettiamo che venga finalmente fatta giustizia per la valle del Mela, ovvero che vengano riattivate le prescrizioni sanitarie illegittimamente ritirate: in questo modo le emissioni della Raffineria ed i conseguenti rischi per la salute pubblica dovranno finalmente ridursi a livelli accettabili.

Ciò è necessario e improcrastinabile, visto che i vari studi epidemiologici sulle aree a rischio, coordinati sia dall’Istituto Superiore di Sanità (il cosiddetto studio “Sentieri”) che dalla Regione, hanno riscontrato preoccupanti alterazioni dello stato di salute nella valle del Mela: in particolare eccessi di specifiche malattie, di mortalità perinatale, malformazioni congenite, ecc…

In base ai nessi causali evidenziati negli Studi “Sentieri”, è proprio la presenza della Raffineria l’ipotesi scientificamente più probabile in grado di spiegare tali alterazioni.

Ciò viene chiarito in modo più esaustivo nella recente relazione tecnica del dott. Andaloro, pubblicata sul portale del Comune di Pace del Mela. Sulla scorta di tali inoppugnabili evidenze, il principio di precauzione impone una significativa riduzione delle emissioni inquinanti della Raffineria, al fine di salvaguardare il più possibile la salute pubblica. I necessari adeguamenti impiantistici avrebbero peraltro delle positive ricadute occupazionali”.