Nel pomeriggio di venerdì 23 novembre 2018 anche la città di Barcellona Pozzo di Gotto risponde presente alla “Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne” che si celebrerà in tutto il mondo domenica 25 novembre.
L’Amministrazione comunale con la collaborazione della Fidapa BWP Italy organizza l’inaugurazione di una Panchina Rossa presso il Parco Urbano “Maggiore La Rosa”, preceduta da un Convegno che si preannuncia molto interessante: a partire dalle ore 17,00, dopo i saluti istituzionali di Cettina Corallo, Presidente Fidapa BPW Italy Distretto Sicilia, di Ilaria Cammaroto, Presidente della Fidapa sezione di Barcellona P.G., di Roberto Materia, Sindaco della città e di Ilenia Torre, Assessore alla Cultura, relazioneranno Sarah Caiazzo, Sostituto Procuratore a Barcellona P.G., Giulia Carmen Fasolo, editrice qui nelle vesti di Operatrice all’Ascolto di “Frida Onlus” e Donatella Manna, educatrice e pedagogista. Lettrice dell’evento sarà la scrittrice Valentina M. Di Salvo che nel suo bellissimo romanzo “Fratture” (Lombardo Edizioni) tratta del tema della violenza sulle donne.
A Valentina, tra l’altro da qualche settimana valente collaboratrice della nostra Testata Giornalistica, chiediamo di introdurci all’evento con un suo pensiero personale su una tematica di scottante attualità
“La violenza di genere è un’espressione di dominio che l’uomo ha da sempre applicato sulla donna, è una piaga sociale molto antica che si rivela in modi e sfumature diverse in tutte le parti del mondo. La matrice non è univoca in quanto sono diversi i fattori partecipi: individuali – e quindi rintracciabili nella sfera psicologica; collettivi, ovvero culturali, sociali, etc. Scendendo nel particolare, posso dire che la mia risposta è inevitabilmente legata al romanzo. La genesi infatti è dovuta a un commento che mi è capitato di leggere in coda a un articolo di violenze domestiche, diceva più o meno così: “Ma non capisco come faccia una donna oggi a farsi trattare così da un uomo!”.
Come se le donne vittime di violenze fossero stupide e responsabili delle azioni dell’altro. Ma non è così. Non sono donne stupide, sono donne intelligenti che per diversi motivi hanno finito per amare l’uomo sbagliato e, facendo questo, mettendosi davvero in gioco ridefinendo la propria esistenza in relazione all’altro, si sono spezzate. Hanno ricevuto violenza intessuta di lacrime, parole di scuse e di abbracci assoluti.
Tra l’altro sono stati tracciati profili psicologici proprio per individuare tutte le dicotomie di fondo che caratterizzano l’uomo violento. Ad ogni modo leggendo quel commento ho percepito una resistenza, una distanza sociale verso le donne che da vittime diventavano colpevoli perché complici e responsabili della loro sofferenza. Come se qualunque azione dell’uomo pendesse inevitabilmente sulla Natura di donna.Bisogna educare al rispetto dell’altro, intervenire nella dimensione dei giovani e insegnare che l’amore non è possesso, non è totalitario.”