Posizioni nette e contrastanti quelle prese ieri in occasione del consiglio comunale aperto al pubblico svolto nel plesso scolastico ES2 per discutere della gestione post mortem della discarica di contrada Zuppà.
Ad essere presente un folto pubblico di cittadini, i sindaci dei comuni di Furnari, Falcone, Oliveri, Novara di Sicilia, l’assessore di Terme Vigliatore e altri rappresentanti locali, il presidente dell’associazione ambientalista Legabiente del Longano, Carmelo Ceraolo, e molti rappresentanti dell’associazione 5/6, tutti interessati a comprendere come risolvere il problema causato dall’esistenza dell’invaso. E mentre da una parte il sindaco Carmelo Pietrafitta ha dichiarato di “voler riavviare gli impianti per la lavorazione del percolato e del biogas come soluzione alla mancanza di fondi da parte della Regione per la messa in sicurezza e bonifica della discarica”, dall’altra alcuni sindaci dei comuni più distanti rispetto il sito che rischia di diventare una zona industriale (Falcone, Oliveri, Novara di Sicilia e l’assessore di Terme Vigliatore), hanno dichiarato di voler valutare i progetti per la riapertura degli stabilimenti.
Ad essere fermamente convinti di non voler subire la riapertura di nessun impianto su un sito che dista pochissime centinaia di metri dal centro abitato di Furnari, il sindaco Maurizio Crimi, insieme agli assessori Salvatore Chiofalo e Gioacchino Messina, il presidente di Legambiente del Longano, Carmelo Ceraolo e Paola Belardo in rappresentanza dell’associazione 5 / 6. Con una nota, infatti, il sindaco di Furnari, oltre a manifestare perplessità e sconcerto riguardo alla notizia edotta proprio durante l’adunanza dall’attuale liquidatore della società TirrenoAmbiente, dottoressa Sonia Alfano, sull’ annuncio di aver ricevuto nella stessa mattinata dello svolgimento del consesso, un progetto di impianto di trattamento dell’umido e del percolato, ribadisce, a scanso di equivoci, “che l’amministrazione comunale che rappresenta non intende accettare l’avvio di alcun impianto nell’area adiacente la discarica e nella medesima le cui conseguenze sarebbero nefaste per tutta la zona e in particolare per la comunità furnarese localizzata a poche centinaia di metri dal sito – si legge nella nota -. Il rischio di calamitare i rifiuti organici e il percolato proveniente da tutta l’isola nell’area dell’eco mostro è palese e, proprio ieri sera, non se n’è fatto mistero. Bisogna bonificare l’invaso e nessun’altra strada risulta percorribile per non far rivivere ai cittadini di Furnari un incubo durato anni. Che TirrenoAmbiente trovi altro sito lontano dai centri abitati che riduca al minimo il rischio di inquinamento ambientale”. Per queste ragioni il sindaco Crimi e tutta l’amministrazione comunale dichiarano di opporsi con determinazione e con ogni azione di mobilitazione e di protesta al reinsediamento di qualsiasi attività riconducibile allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani all’interno della menzionata discarica, preannunciando una riunione congiunta con l’amministrazione di Terme Vigliatore per trattare l’argomento, e intanto invitano le istituzione preposte a non avallare la richiesta di Tirreno Ambiente atteso che il comune di Furnari ha pagato un tributo incalcolabile in termini di vivibilità ambientale anche con l’abbandono delle civile abitazioni poste in prossimità della discarica nonché per le ricadute negative sulla salute dei cittadini.
Pamela Arena