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Il 10 febbraio presso l’aula magna della Scuola Secondaria di Primo Grado G. Verga, alla presenza della dirigente scolastica dott.ssa Carmela Pino, della vicaria prof.ssa Maria Maiorana e dei docenti, gli alunni delle classi terze hanno incontrato il dott. Antonio Rugolo, vicequestore del Commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto per ricordare i quasi 20.000 italiani torturati, assassinati e buttati nelle foibe alla fine della II Guerra Mondiale, intorno al 1943 per mano dei partigiani jugoslavi e dal 1945 al 1947 ad opera delle milizie comuniste jugoslave del generale Tito.

In questa giornata speciale ricorreva un doppio anniversario:  Il Giorno del Ricordo istituito dal Parlamento italiano nel 2005 in memoria delle vittime delle foibe e l’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex questore di Fiume, insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei italiani e stranieri e, per questo, riconosciuto “Giusto fra le Nazioni”.

Dopo la Grande Guerra, con il Trattato di Versailles del 1919, l’Impero austro-ungarico fu diviso. Si formò la Jugoslavia. L’Italia ottenne Trento e l’Alto-Adige, ma non ottenne la Dalmazia, l’Istria e la città di Fiume. Nel 1922 con il Trattato di Rapallo l’Italia ebbe Gorizia, Trieste e Zara. La Dalmazia rimase alla Jugoslavia. Fiume venne dichiarata città libera nel 1924. Durante il Ventennio fascista furono perpetrate persecuzioni e violenze da parte dei fascisti ai danni della popolazione autoctona.

Dopo la firma dell’armistizio dell’8 Settembre 1943 e la caduta di Mussolini, tutto l’impianto di potere fascista nei territori italiani confinanti con la Jugoslavia andò in pezzi. I partigiani slavi rivendicarono il possesso dei loro territori, torturando e gettando nelle foibe gli italiani, considerati nemici del popolo. Lo stesso accadde dal 1945 al 1947 quando l’esercito del generale Tito occupò Trieste e l’Istria. L’esercito slavo operò una vera e propria pulizia etnica. Molti italiani dovettero fuggire, alcuni furono gettati nelle foibe, che sono grandi voragini tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia, della Slovenia e della Croazia.

Il massacro delle foibe iniziò a cessare solo a partire dal 10 febbraio 1947, quando la Jugoslavia riottenne le province di Fiume, Zara, Pola e di altri territori, grazie al Trattato di Parigi.

Giovanni Palatucci, originario della Campania, aveva frequentato il liceo classico, laureatosi in giurisprudenza era diventato avvocato, anche se poi aveva deciso di accettare la nomina di questore della città di Fiume in Venezia Giulia. All’epoca era molto difficile entrare nelle forze dell’ordine perché bisognava allinearsi alle idee del governo fascista, altrimenti si rischiava la morte. Nella città contesa di Fiume si trovò a dover gestire la situazione dei profughi che dai Balcani arrivavano in Italia, quasi tutti ebrei. Palatucci riuscì ad organizzare una rete di prima assistenza per salvare i perseguitati dalla deportazione nazista e per questo fu deportato nel campo di sterminio di Dachau. Il 10 febbraio 1945 morì, a soli 36 anni, a pochi giorni dalla Liberazione.

Riportiamo di seguito alcune domande che gli alunni delle classi terze hanno rivolto al dott. Antonio Rugolo

D: La tragedia delle foibe ha causato meno morti rispetto a quella della Shoah ed è sicuramente meno celebre di quest’ultima, infatti la prima commemorazione dei defunti nelle foibe è stata nel 2005. Eppure i morti sono sempre morti. Secondo lei è giusto che sia stato tralasciato in secondo piano il dramma delle foibe?

R: E’ giusto commemorare i propri connazionali che sono stati più infoibati che deportati. Gli italiani hanno il dovere morale di conoscere, riconoscere e rispettare il grande dolore vissuto dagli italiani massacrati e dagli esuli istriani, rimasto nel silenzio per tanti anni.

D: È importante stimare i morti?”

R: Anche se la stima poco conta, è fondamentale per far capire la gravità dell’azione.

D: Anche i fascisti hanno cercato di italianizzare gli slavi, giusto?

R: Gli italiani fascisti erano interessati soprattutto a conquistare territori.

Il compito della Polizia di Stato non è solo vigilare sull’ordine pubblico e provvedere al mantenimento della sicurezza cittadina, ma anche collaborare con le scuole per educare voi giovani alla legalità attraverso l’organizzazione di incontri.

Il nostro obiettivo è catturare la vostra attenzione e farvi riflettere su fatti concreti che avvengono oggi o sono accaduti nel passato. Oggi purtroppo il nostro pensiero è sempre più condizionato dai messaggi spesso falsi che passano attraverso i social. Riflettete, fatevi delle domande e cercate delle risposte. Siate curiosi, ma non accettate passivamente le idee degli altri.

dott. Antonio Rugolo

Alcuni alunni hanno letto le emozionanti testimonianze degli esuli istriani sfuggiti al massacro.

Applausi finali e un minuto di silenzio in onore delle vittime delle foibe

Alleghiamo all’articolo le foto che ritraggono i protagonisti dell’evento e la foto dell’elaborato grafico-artistico sulle foibe, realizzato dagli alunni delle classi terze, che si ispira agli omini di Keith Haring “simboli di lotte, battaglie e stragi di innocenti” come l’artista stessa ha affermato.

Lavoro di gruppo di

Emanuele Catalfamo

Elisabetta Pagano

Marta Sant’Angelo

Fortunato Scarpaci

Francesco Viganò

classe III B

Scuola Sec. di I Grado G. Verga