Il convegno tenutosi lo scorso sabato nell’aula consiliare di Torregrotta ha avuto per oggetto “La riqualificazione ambientale delle aree di cava dismesse”, importantissima questione dato il grave impatto ambientale che l’estrazione dell’argilla ha comportato sul territorio.
“Sicuramente è molto sentita l’esigenza di recupero e risanamento dei siti abbandonati, – dichiara in una nota il team del Movimento per il cambiamento per Torregrotta – anche se c’è da dire che è da verificare se è stata garantita la compatibilità ambientale in tutte le fasi dell’attività estrattiva. Infatti, una corretta progettazione a monte costituisce di per sé la premessa per la mitigazione dell’impatto ambientale e per le successive operazioni di recupero. Un tema di certo molto importante, anche se affrontato solo nelle occasioni preelettorali.
Ha sorpreso che le suddette massime autorità regionali – continuano – non abbiano portato risposte definitive in ordine a due annose e grosse problematiche alla ribalta: il funzionamento del depuratore, ma soprattutto, dato l’argomento, l’adozione del PRG.
Parliamo di un’intollerabile mancanza riguardante la pianificazione del territorio torrese in cui si applica un Programma di Fabbricazione del 1973 scaduto nel 1984. Anche sotto questa legislatura l’Assessorato al Territorio ha avvertito il Comune che sarebbe intervenuto in via sostitutiva, ma è andata come per i precedenti trent’anni: nulla di fatto!
E l’attuale amministrazione non ha ancora proceduto all’adozione, benché la proposta fosse stata iscritta all’ordine del giorno del consiglio del 18/4/16, rinviata al 5 giugno successivo, e non più ripresa. Si possono affrontare problematiche del territorio in assenza di un PRG, regolatore dell’assetto dell’intera area comunale, e quindi anche di quella coltivata a cava? Ma quando si parla di territorio non si dovrebbe partire dal PRG a prescindere?
Non abbiamo ascoltato alcun accenno a questa mancanza! Nessuna indicazione su quando, e se, arriverà il momento realmente risolutivo!
Eppure dovrebbe interessare a qualcuno il triste primato di Torregrotta per eccesso di densità della popolazione o l’utilizzo di cubatura oltre il tetto disponibile…! Si capisce bene che un atto di pianificazione ritardato da oltre 30 anni, mentre il PdF proseguiva la sua corsa, ha ormai ben poco da pianificare, e il danno compiuto da tale ritardo non è più rimediabile.
Ma, in ogni caso, non si può lasciare ancora Torregrotta – concludono dal Movimento – senza lo strumento principale della pianificazione e trasformazione del territorio. È d’obbligo colmare subito questo vuoto normativo: è una questione di legalità!”