Entra sempre più nel vivo la campagna elettorale nella città del Longano, dove i candidati a sindaco sono sempre più impegnati in incontri con i quartieri e nel tradizionale giro del ‘porta a porta’ per far conoscere la loro proposta politico-amministrativa. Intanto, sembra non trovare pace la ‘diatriba’ sull’acquisizione del simbolo del Partito Democratico, con botta e risposta a colpi di comunicati e lettere tra il segretario Francesco Russo e il candidato di minoranza Giovanni Munafò. Intanto quasi certo, secondo le indiscrezioni e le poco chiare indicazioni dei dirigenti regionali del partito di Renzi, che il simbolo venga assegnato al candidato con la maggioranza dei circoli a suo sostegno, in questo caso Giusi Turrisi. Manca ancora l’ufficialità ma sembra quasi fatta per il candidato Turrisi, la possibilità di poter inserire a suggello della sua coalizione il simbolo Pd.
Intanto volano gli strascichi tra Giovanni Munafò e il segretario cittadino Francesco Russo, quest’ultimo accusato di non esssere stato capace di gestire il dialorgo con le varie anime politiche del Pd, al fine di trovare una sintesi di buon senso e maggiore compattezza. E addirittura il canidato Munafò si spinge a chiedere anche le sue dimissioni per rilanciare il progetto del partito nella città del Longano.
“Considerato che il progetto della mia candidatura è quello di unire il partito e non di dividerlo, – dichiara Munafò in una lettera indirizzata proprio al segretario cittadino Russo – pur ritenendo di avere ogni giusta ragione per ottenere l’assegnazione del simbolo del partito, le comunico di essere costretto a rinunciare ad ogni mia pretesa in tal senso a causa e per effetto della pubblicazione di volantini elettorali contrassegnati dal simbolo del PD, incautamente messi in circolazione con grave nocumento per la candidatura mia e di quella dei miei candidati al consiglio comunale. Le chiarisco – continua Munafò – che la mia posizione e dei cittadini barcellonesi che mi supportano rimane quella già resa nota a tutti ancor prima che si concretizzasse l’accordo elettorale: non avremmo mai condiviso un candidato a sindaco partorito da quel cartello elettorale che, oltretutto, ha deciso senza alcuna regola certa. Le contesto la responsabilità politica di avere aperto ed intrattenuto quella discutibile negoziazione elettorale sino a quando il suo nome è stato in gioco per la candidatura a sindaco. Le rappresento che a mio modo di vedere la profusione del suo sforzo per non far assegnare il simbolo del partito a nessuna delle componenti del PD non è finalizzata alla tutela del partito, ma garantire altri interessi elettorali. La informo che ove il segretario regionale dovesse procedere ad adottare provvedimenti d’espulsioni dal partito nei confronti degli amici e compagni che sostengono la coalizione del sindaco uscente, siccome stesso metodo non è stato utilizzato in passato nei confronti di altri che oggi sostengono la candidatura dell’avv. Giusi Turrisi, il sottoscritto, unitamente ai propri amici, si schiererà a favore delle loro ragioni politiche”. Infine, nella missiva Giovanni Munafò chiede esplicitamente a Russo di farsi da parte: “Rassegni le dimissioni dalla sua carica, per dar modo al PD cittadino d’ avviare quell’azione politica che gli compete per acquisire la dignità ed il prestigio perso. Sono certo che per il PD la triste oggettività è sotto gli occhi di tutti. Lei è un ottimo professionista, un uomo onesto e leale, un caro amico, ma, dati i risultati del suo operato politico … per favore si dimetta !”.